All’indomani dell’annuncio fatto da Bruno Zanette sul ritiro della candidatura a sindaco di Conegliano, Chiara Di Giusto, coordinatore provinciale di “Cambiamo! Con Toti”, ha voluto specificare alcuni punti della questione e, allo stesso tempo, replicare alle dichiarazioni fatte dallo stesso Zanette e da Valentina Vendrame (qui l’articolo).
Ieri, sabato 7 agosto, Zanette ha spiegato che la direttiva giunta da Roma dal partito era quella di sostenere Fabio Chies nella sua corsa a primo cittadino, prospettiva da lui rifiutata “per una questione di coerenza”.
Alla luce di ciò Di Giusto ha voluto ripercorre le tappe che hanno visto “Cambiamo!” tra i protagonisti della politica del territorio.
“Un partito nazionale ha una linea politica dettata dalla direzione nazionale, cioè da Roma, e queste linee guida vengono declinate in base alle esigenze del territorio – ha esordito Chiara Di Giusto – ‘Cambiamo!’ a livello nazionale fa parte della coalizione di centrodestra, al fianco di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e, per questo, avevamo deciso in primis di far parte della coalizione di un centrodestra unito, senza preclusioni sul nome del candidato”.
“A Conegliano si è venuta a creare una situazione atipica rispetto a quella nazionale – ha proseguito -. L’uscita di Chies è stata vista da noi come un salto in avanti frettoloso, quando le trattative erano ancora aperte: abbiamo sempre portato avanti un’idea di centrodestra unito e l’azione di Chies non è di certo dipesa da noi. Abbiamo, pertanto, espresso il nostro supporto a Piero Garbellotto“.
“Poi c’è stato lo stop sul nostro simbolo ma non potevamo accettare un approccio poco rispettoso verso un simbolo nazionale e confluire in una civica – ha continuato -, però non c’è stata nessuna battaglia contro qualcuno. Abbiamo quindi deciso di rimanere legati al nostro simbolo, mantenendo la nostra identità e provando a proporre un candidato sindaco”.
Da qui, poi, il coordinatore provinciale ha voluto specificare il passaggio successivo, che ha condotto al ritiro della candidatura di Zanette.
“A Roma hanno pensato che la presenza di tre candidati del centrodestra desse un’immagine di frammentarietà del centrodestra stesso – ha dichiarato Di Giusto -. Hanno ritenuto che potesse essere utile sostenere un candidato del centrodestra oppure presentare Bruno Zanette con una civica. Roma non voleva che l’elettorato pensasse che fosse un gioco legato al simbolo, per un interesse personale di partito”.
Pertanto Di Giusto, stando alla sua narrazione dei fatti, a causa anche delle difficoltà personali legate alla malattia della madre, avrebbe chiesto a Zanette di attendere qualche giorno per pensare al da farsi: “Si trattava di aspettare per valutare la soluzione migliore per Conegliano, invece ieri è stata convocata una conferenza stampa che non aveva nulla a che vedere con ‘Cambiamo!’. Trovo che Zanette abbia preso una decisione arbitraria e personale e non ho gradito neppure l’atteggiamento di Valentina Vendrame la quale, tra l’altro, negli ultimi giorni non si è mai confrontata con me sulla faccenda. Da lei attendo delle scuse“.
“Credo che sia stato fatto un altro salto in avanti, senza rispettare la linea metodologica di partito e seguendo quelli che sono soltanto dei personalismi – ha ribadito Di Giusto -. Bastava attendere qualche giorno per decidere e, da parte mia, ogni scelta fatta è sempre stata condivisa. Ora, alla luce dei fatti, valuterò io la situazione e se Zanette, con un ruolo nel direttivo provinciale di ‘Cambiamo!’, potrà restare nel partito“.
“Sicuramente questa dicotomia del centrodestra, che si è venuta a creare, ha portato a delle decisioni difficili – ha concluso -, però un partito come il nostro non può ragionare per personalismi“.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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