Continua la lotta del Movimento 5 Stelle contro Savno. Il caso dell’iva applicata alle utenze domestiche era finito anche nell’ultimo consiglio comunale di Conegliano, ma pare che il tema sia divenuto ormai oggetto di discussione in più Comuni e non solo: l’onorevole Federico D’Incà, infatti, avrebbe già presentato un’interrogazione parlamentare che verrà discussa a gennaio.
Ma quali sono in sostanza le accuse mosse dai 5 Stelle alla società che si occupa della raccolta dei rifiuti? Secondo loro, Savno applicherebbe alle utenze domestiche un costo dell’iva non rapportato al consumo effettivo di rifiuti, ma secondo un numero minimo di svuotamenti annui deciso a priori: nella fattura, quindi, non indicherebbe “la natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti l’oggetto dell’operazione”.
Inoltre, pur essendo una società a responsabilità limitata, in casi come i mancati pagamenti delle utenze utilizzerebbe strumenti di “riscossione coatta” solitamente attribuibili ad un ente pubblico, sostengono i pentastellati.
A porre in luce questi dettagli sono stati oggi il consigliere di Conegliano Alberto Ferraresi, Marco De Blasis e Valentina Borin, consiglieri rispettivamente a Oderzo e a Salgareda, oltre al consigliere regionale Jacopo Berti (nella foto tutti insieme).
Proprio quest’ultimo ha specificato come l’applicazione dell’iva riguarderebbe “circa 160 mila utenze della Sinistra Piave e non ci sarebbero i presupposti per questa richiesta di pagamento, fatta tra l’altro sotto mentite spoglie”. “Stiamo facendo luce su quella che fino ad ora è stata una gestione allegra della questione dei rifiuti”, è stato il commento di Berti.
Ma tali accuse, oltre che in sede parlamentare, sono state oggetto di un esposto fatto alla Guardia di Finanza, depositato lo scorso 31 ottobre dal gruppo dei 5 Stelle.
“Prima abbiamo discusso la cosa in consiglio comunale – ha spiegato Alberto Ferraresi – perché il 60 percento di Savno è fatta dai Comuni ed era doveroso fare tale passaggio, anche se non ne abbiamo ricavato un riscontro soddisfacente”.
“Nell’esposto ho allegato la mia bolletta dei rifiuti come prova tangibile di quanto andavamo a segnalare. – ha proseguito Ferraresi – Infatti, in una famiglia tipo come la mia, composta da quattro persone, la fattura indicava un’iva rapportabile a cinque svuotamenti, quando in realtà ne avevamo fatti solo due: alla fine abbiamo pagato circa 40 euro in più”.
“L’iva non è un costo come al contrario ci è stato più volte ribadito in sede consiliare – ha dichiarato Ferraresi – e può essere benissimo compensata, ma non certo tramite la sua applicazione alle bollette”.
“In Europa si dice che chi inquina paga – ha sottolineato Marco De Blasis – ma qui non si sta ragionando certo in tal modo: che si inquini oppure no non fa differenza perché bisogna comunque pagare, evitando così di incentivare nel cittadino un comportamento responsabile in tema di rifiuti”.
“Devono dire da che parte stanno. – ha aggiunto De Blasis – Vogliono essere una srl oppure un ente pubblico? E che parlino chiaro anche in tema di costi e bollette”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it
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