Conegliano, i segreti delle lapidi dell’antico cimitero ebraico svelati in un nuovo libro promosso dal Ccsa

Non smette mai di affascinare, l’antico cimitero ebraico di Conegliano (vedi articolo), e ora gli studi che lo riguardano si arricchiscono di un ulteriore e importante tassello: un libro con le traduzioni delle lapidi scoperte in decenni di ricerca dal Centro Coneglianese di Storia e Archeologia (Ccsa) e realizzato con il contributo finanziario dell’associazione e dell’amministrazione comunale.

“Il cimitero ebraico di Conegliano. Luce eterna sul col Cabalàn”, volume a cura di Lidia Busetti, Mauro Perani e Antonio Spagnuolo e edito da Giuntina, raccoglie infatti il frutto di un lungo lavoro svolto dagli studiosi sui centodiciotto epitaffi leggibili sulle lapidi custodite nel prezioso sito e scritte soprattutto in lingua ebraica di epoche differenti.

“Le stele funerarie sono un’anagrafe incisa sulla pietra e anche una raccolta di poesie”, racconta Mauro Perani, professore ordinario di Ebraico all’Università di Bologna e fondatore del Corpus Epitaphiorum Hebraicorum Italiae (CEHI), collana di cui il libro fa parte.

Un’antologia di memorie che fornisce dettagli storici di grande interesse, dai nomi di personalità del tempo al loro ruolo nella comunità, ma in cui non mancano passaggi ermetici e versi di un lirismo che affascina ancora oggi, a distanza di secoli, come nel caso dell’epitaffio di Carla Conian, morta il 31 maggio 1605: “Qui è nascosto un tesoro prezioso, non è una fossa oscura e neppure una tomba, ma un corpo puro, che riposerà nel giardino per essere degno”.

Nel crescente successo delle visite guidate dei volontari del Ccsa, la pubblicazione di questo volume diventa un’opportunità molto importante, che arricchisce il racconto di una comunità che a Conegliano visse in pace per quasi seicento anni, come spiega il presidente dell’associazione, Silvano Armellin.

Lidia Busetti, socia del Ccsa, è la studiosa che per prima ha dato avvio al monumentale lavoro di traduzione di queste lapidi, analizzandole alcune nella propria tesi di laurea alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e poi inseguendo il sogno di vederle tutte svelate e pubblicate in un testo prezioso per gli studiosi locali.

Uno studio che integra e fornisce un’importante chiave di lettura di quanto già noto di queste lapidi, che fino ad ora ci parlavano soprattutto attraverso il linguaggio figurativo degli stemmi familiari posti in cima alle lapidi: “Ora acquistano un significato molto importante – spiega Lidia Busetti – cioè indicano il tipo di mete spirituali e culturali di queste famiglie”.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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