Conegliano, il bonus di 600 euro finisce al centro del dibattito politico e arriva in consiglio comunale

La vicenda del bonus di seicento euro stanziati dal governo in aiuto dei lavori autonomi e di cui avrebbero usufruito alcuni politici sia a livello locale che nazionale è arrivata anche a Conegliano, diventando il tormentone politico di metà agosto e trovando la propria strada per un dibattito ufficiale che si terrà in uno dei prossimi consigli comunali.

Il Partito Democratico, per mano del consigliere Isabella Gianelloni, ha infatti presentato un’interpellanza chiedendo al sindaco Fabio Chies di rendere noti quanti, all’interno dell’amministrazione cittadina, hanno percepito l’indennità, “in nome della trasparenza e dell’etica”.

“Speriamo che il sindaco abbia avviato subito una indagine all’interno della sua amministrazione, nella quale ricordiamo che gli assessori e il presidente del Consiglio Comunale percepiscono una indennità di funzione”, spiega il consigliere democratico, sottolineando che la chiarezza in questo momento è necessaria “per evitare la generalizzazione di giudizi verso chiunque si occupi della cosa pubblica”.

Dal canto suo l’amministrazione invita alla cautela nel giudicare la vicenda, col sindaco Chies che ammonisce di non iniziare una “caccia alle streghe” e il vicesindaco Claudio Toppan che sottolinea come le indennità percepite dagli amministratori possano essere anche molto basse.

Amplificare lo scoop, tirando in ballo sindaci e consiglieri di amministrazioni locali, rimarrà per sempre una grande vigliaccata – spiega Toppan – Conosco sindaci e consiglieri che a fine mese percepiscono indennità irrisorie, insufficienti a coprire le spese sostenute per esercitare il ruolo”.

“Travasare tutto nello stesso contenitore è la classica modalità per diluire ogni responsabilità di chi effettivamente ha infranto le regole di un’etica comportamentale dovuta e di esempio”, prosegue il vicesindaco, chiedendo “giustizia per quei soggetti impegnati ad amministrare con passione ed amore le proprie città, e non sicuramente per il soldi”.

A rispondere a Toppan è il capogruppo del Pd Alessandro Bortoluzzi, che ricorda come le indennità percepite in un comune di medie dimensioni come Conegliano “non sono propriamente bazzecole”.

“Se qualcuno dei tuoi compagni di banco ha domandato il bonus ha fatto una cosa legittima, ma eticamente sbagliata”, conclude Bortoluzzi.

Per il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Alberto Ferraresi l’eventuale richiesta del bonus da parte di un amministratore in una città come Conegliano, dove lo stipendio è garantito e dignitoso, è “eticamente inammissibile”.

“I seicento euro sono pochi ma sono stati pensati per chi non ha percepito reddito o ha subito una considerevole perdita di fatturato”, spiega Ferraresi, che vede nell’eventualità un motivo di perdita di fiducia dei cittadini a cui si può rispondere solo con le dimissioni: “Come può fidarsi l’onesto cittadino di un amministratore che si comporta così? Se ha fatto ciò pensando di farla liscia, chissà cos’altro potrebbe avere fatto in passato?”.

A puntare il dito è anche il consigliere dei Popolari per Conegliano Stefano Dugone: “Chiunque percepisce una retribuzione per il suo ruolo amministrativo, derivante da carica elettiva a qualsiasi livello, anche a livello locale e con indennità piena, e ha fatto richiesta del bonus dovrebbe autodenunciarsi”.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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