Conegliano, il preside del Marconi firma la petizione per riprendere la scuola con due settimane di Dad: “Media quotidiana di 12 studenti positivi segnalati”


Il tema della scuola è una delle preoccupazioni principali di questo periodo di pandemia, segnato da un marcato innalzamento del numero di contagi.

A tal proposito, il nuovo decreto ha stabilito un cambio di gestione delle quarantene negli istituti scolastici.

Nel caso delle scuole medie e superiori, ad esempio, in presenza di un positivo in classe, il resto del gruppo dovrà sottoporsi al regime di autosorveglianza e indossare la mascherina FFP2.

In presenza di due positivi, invece, come si legge nel decreto, “per coloro che diano dimostrazione di avere concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guariti da meno di 120 giorni oppure di avere effettuato la dose di richiamo, si applica l’autosorveglianza, con l’utilizzo di mascherine di tipo FFP2 e con didattica in presenza”. Per coloro che non riportano i criteri menzionati, “si applica la didattica digitale integrata per la durata di dieci giorni”.

Nell’eventualità di 3 positivi, invece, scatterà la Dad per tutti, per un periodo di 10 giorni.
Alla luce di questa situazione, ben 11 presidi trevigiani hanno aderito a una petizione nazionale – indirizzata al premier Mario Draghi e al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi – che chiede, a partire da lunedì 10 gennaio, la didattica a distanza almeno per le prime due settimane, per ovviare a eventuali problematiche che inevitabilmente verrebbero a insorgere con il ritorno sui banchi.

Una didattica a distanza che sarebbe preferibile a una “situazione ingestibile”, secondo i presidi della petizione, che provocherebbe una certa frammentazione e interruzione dell’offerta formativa.

Tra questi presidi c’è anche Stefano Da Ros, dirigente del Liceo “Guglielmo Marconi” di Conegliano, il quale ha spiegato che la sua adesione non dipende dalla situazione del suo istituto, che al momento non registrerebbe difficoltà nel reperimento di docenti e supplenti, ma più in generale dalla situazione del mondo della scuola.

“Negli ultimi giorni stiamo registrando quotidianamente circa una dozzina di segnalazioni di casi positivi tra i nostri studenti, mentre prima di Natale la media era di 1-2 al giorno: credo che ciò sia l’esito delle festività natalizie – ha dichiarato il dirigente scolastico – Il problema tocca specialmente le scuole primarie dove la percentuale di alunni vaccinati è sicuramente minore rispetto agli istituti superiori, dove la maggioranza ha ricevuto il vaccino“.

“Considerando poi le normativa che decreta un cambio nella gestione delle quarantene, è evidente che la didattica a distanza nel caso delle superiori è più gestibile, perché i ragazzi hanno un grado di autonomia sicuramente maggiore mentre, nel caso delle primarie e delle secondarie di secondo grado, è necessario che a casa ci sia almeno un genitore“, ha proseguito il preside del Marconi, il quale ha affrontato anche il tema del reclutamento dei docenti.

“Nel nostro caso non c’è il problema del reclutamento di docenti e supplenti, ma colleghi di altri istituti mi hanno riferito di avere questo problema e si ricorre anche alla chiamata degli studenti universitari – ha proseguito – C’è anche un numero significativo di docenti che si sono fatti sospendere”.

Da Ros ha infatti ricordato che dal 15 dicembre è scattato l’obbligo vaccinale tra il personale scolastico. “Quindi l’adesione alla petizione nasce da una considerazione generale in merito al numero dei contagi, al problema del reclutamento dei docenti (considerato anche il numero di insegnanti attualmente positivi), alla questione della sorveglianza degli studenti nel caso di quarantena, che ora scatta con tre casi positivi in una classe: di fronte a questo scenario, la proposta è di riprendere con la Dad per le prime due settimane – ha affermato Stefano Da Ros – Noi siamo pronti e attrezzati in caso di didattica a distanza, ma vedremo la prossima settimana come andrà e confidiamo che sia stato raggiunto l’apice dei contagi, per poter così vedere una discesa della curva”.

“Ora c’è un groviglio di norme e di disposizioni – ha concluso il dirigente scolastico – Staremo a vedere che cosa succederà la prossima settimana”.

Anche Letizia Cavallini, dirigente scolastico del Beltrame di Vittorio Veneto, ha detto la sua in un post su Facebook: “Rientro in sicurezza a scuola! Non riesco proprio a comprendere come non ci si renda conto della complessità delle regole approvate per la gestione dei casi di positività in classe e dei diversi modelli di attività didattica da applicare. Dovrebbe essere consolidato il principio che le regole semplici si applicano e quelle complesse sono foriere di errori. Perché ad esempio, l’app per la lettura del GP non può essere implementata in modo da leggere non solo il gp rafforzato, ma anche quando la seconda dose o la guarigione sono avvenute da più di 120 giorni, periodo che distingue gli studenti che possono essere in presenza da quelli non ammessi in aula, nell’ipotesi di 2 casi positivi in classe? Chi dovrebbe in 24 ore raccogliere e verificare la documentazione degli studenti che possono accedere, rispetto a quelli che non possono? É immaginabile che una famiglia possa essere ricettiva, sempre pronta, competente a livello digitale, per rispondere in tempo reale ed attestare la situazione vaccinale del proprio figlio? Chi fornisce la mascherine FFP2 alle famiglie? Quanti docenti insegneranno volentieri in una classe dove già 2 alunni sono a casa positivi? Dove sono gli spazi per fare una breve ricreazione abassare la mascherina e stare distanti 2 metri? Ringrazio i sanitari del SISP, hanno lavorato strenuamente e fatto tutto il possibile ma prima di Natale non respiravano più. Ora i casi sono aumentati, le procedure più complesse, come potranno fare? E noi dirigenti siamo posti nella condizione di riuscire ad applicare la norma, in assenza di docenti, personale di segreteria? Ringrazio il Presidente Luca Zaia perché è pragmatico, cerca soluzioni ad una realtà che ben conosce. Amo la scuola in presenza, tutti i docenti la vogliono, ma non vedo le condizioni. Come avverrà la fase di screening? Rappresento lo Stato e farò di tutto per applicare le regole del gioco e al meglio, ma credo che non portino nessun giocatore a vincere la partita”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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