Conegliano, inaugurata la nuova risonanza magnetica: continua il percorso verso l’ospedale del futuro

Una nuova sanità al passo con le tecnologie è quella che pare essere confermata ancora una volta con l’inaugurazione della nuova risonanza magnetica, avvenuta nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 12 agosto, all’ospedale di Conegliano.

Diagnosi più precise e più rapide è quanto offre il nuovo apparecchio, che ha richiesto un investimento pari a 1,6 milioni di euro, comprensivi degli accessori e dei lavori di adeguamento dei locali e che, da ora, sarà attivo all’interno dell’Unità Operativa di Radiologia, diretta da Gianluca Piccoli.

Conegliano diviene così uno dei primi centri in Italia a essersi dotato della tecnologia che sfrutta una nuova bobina “a lenzuolo”, più adattabile all’anatomia del paziente e in grado di dare un segnale più preciso anche in riferimento agli angoli anatomici solitamente difficili da analizzare.

Ma un comfort maggiore per il paziente è anche quanto assicura l’apparecchio, con un tunnel dell’ampiezza di 70 centimetri rispetto ai 60 della media, che rende meno fastidioso il tempo speso per sottoporsi all’esame diagnostico.

L’installazione e la sostituzione del vecchio apparecchio era iniziata a metà febbraio, per un totale di un paio di mesi, durante i quali le prestazioni erano state assicurate da una risonanza magnetica mobile esterna.

Un nuovo tassello per quello che sarà l’ospedale veneto del futuro, più automatizzato e al passo con le nuove tecnologie: un progetto che vede già all’attivo la costruzione del nuovo polo ospedaliero a Treviso (qui l’articolo), mentre nella città del Cima si prevede a settembre un bando di gara per la realizzazione e l’ampliamento dell’ospedale, tutto per un valore pari a 75 milioni di euro (qui l’articolo).

“Una risonanza magnetica meno rumorosa e con minori tempi necessari per lo svolgimento dell’analisi – è stato il commento del direttore generale dell’Ulss2, Francesco Benazzi – e una maggiore possibilità di andare a esaminare l’interno di organi che, normalmente, richiedevano l’impiego di altri macchinari: questa è la novità, mentre per il futuro stiamo studiando una tecnologia in grado di assicurare il monitoraggio a casa del paziente, senza dover andare a casa del paziente”.

In aggiunta a ciò, la scorsa annata la Regione ha provveduto all’acquisto di due tac per gli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto, come ha reso noto il governatore della Regione Veneto Luca Zaia: “Si continua a investire e sono tutti soldi che non vengono prelevati dalle tasse dei veneti“.

“Crediamo nell’evoluzione della medicina performante – ha proseguito Zaia – in quanto nell’ambito ospedaliero sono impiegate 54 mila persone nei 68 ospedali regionali. La sanità è in continua evoluzione grazie all’intelligenza artificiale: gli ospedali quindi cambieranno la propria pelle, in funzione delle nuove tecnologie”.

Tecnologia al momento a servizio del Covid-19, considerata la notizia data dal governatore che ben 11 ditte si sarebbero rese disponibili per mettere sul mercato il test rapido: uno scenario che secondo Zaia darebbe un numero maggiore di “possibilità diagnostiche”: “Molti ci contattano per questo aspetto ed è una cosa che fa ben sperare, considerato che a partire dal prossimo autunno ogni influenza dovrà essere trattata in un certo modo“.

Uno scenario anticipato dall’attuale “disorientamento da lockdown”, secondo il sindaco di Conegliano Fabio Chies, il quale ha ringraziato lo staff medico per l’attività svolta.

Se la pandemia ha costretto vari settori, tra cui quello sanitario, a rinnovarsi scegliendo il digitale come corsia preferenziale per poter proseguire nella propria attività, è evidente come tale riorganizzazione porterà a un approccio sempre più tecnologico e virtuale anche nella vita di tutti i giorni nel corso del post pandemia.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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