Conegliano, La Nostra Famiglia chiarisce la propria posizione: “Disponibili a discutere con i rappresentanti sindacali”

Dopo un’estate calda sul fronte delle polemiche, La Nostra Famiglia ha deciso di chiarire la propria posizione, dichiarando la propria apertura al dialogo sul tema che coinvolge i propri lavoratori, oltre alla “disponibilità a riconoscere un adeguamento retributivo e a discutere con i rappresentanti sindacali le modalità opportune”.

Questa realtà sorta nel 1946, con 28 centri in 6 regioni, specializzata nella cura e riabilitazione delle persone con disabilità in età evolutiva, si era ritrovata al centro delle polemiche nei mesi scorsi, a causa del mancato rinnovo del contratto di sanità privata scaduto da 14 anni: un fatto segnalato dai sindacati stessi, che avevano specificato come tutto ciò fosse avvenuto “senza dare mai motivazioni concrete” (qui l’articolo).

Se il dissenso da parte dei lavoratori era trapelato anche dalla sede di via Costa Alta a Conegliano, con striscioni eloquenti appesi all’esterno della struttura, il disappunto per la questione generale del trattamento del contratto per la sanità privata era sfociato in una protesta a fine agosto, occasione in cui lavoratori e dipendenti si erano dati appuntamento all’esterno della sede della Prefettura a Treviso (qui l’articolo).

Fatti di fronte ai quali l’associazione ha deciso di spiegare pubblicamente la propria posizione, a partire proprio dalla questione del contratto “relativo al personale non medico” il quale, “pur confermando le attuali retribuzioni per coloro che già operavano nell’associazione, prevede 2 ore settimanali in più, per un totale di 38 ore“.

Secondo l’associazione, partendo dal contesto più generale della sanità privata e in particolare dei centri di riabilitazione e delle case di cura, sarebbe sotto l’occhio di tutti “la difficoltà delle Regioni ad adeguare i trasferimenti destinati a remunerare l’attività delle strutture sanitarie, mentre contemporaneamente viene richiesto alle strutture di soddisfare i nuovi adempimenti sugli immobili, in materia di sicurezza e di personale, con relativo aggravio dei costi di gestione”.

Costi che, come segnala l’associazione, soltanto nel caso di personale che opera in ambito ospedaliero rientrerebbero in quel 50 percento, coperto da Governo e Regioni, “del maggior costo derivante dal rinnovo del contratto per i dipendenti che operano negli Irccs e nelle strutture sanitarie ospedaliere private“.

Da qui la scelta di applicare il contratto per i Centri di Riabilitazione, “sottoscritto fin dal 2012 da Cisl Fp e Uil Fpl”: un’applicazione vista come “un atto di responsabilità maturato all’interno di una visione di lungo periodo” e che non ha comportato una riduzione del personale.

“Sin dal momento della comunicazione dell’applicazione del contratto per i Centri di Riabilitazione, l’associazione ha dichiarato la sua disponibilità a riconoscere un adeguamento retributivo, simile a quello che potrà essere previsto dal nuovo Contratto per i dipendenti che operano negli Irccs e nelle strutture sanitarie ospedaliere ancora in discussione. – ha ribadito l’ente – La Nostra Famiglia intende onorare questo impegno ed è pronta a discutere con i rappresentanti sindacali le modalità e le forme tecniche opportune“.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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