Il tema del servizio per la fornitura dei pasti alle mense scolastiche e agli utenti soggetti all’assistenza domiciliare nell’area del coneglianese è finito all’attenzione dei giudici del Tribunale amministrativo del Veneto il quale, nelle scorse settimane, ha dato ragione alla ditta promotrice del ricorso.
A presentare ricorso sull’esito dell’appalto è stata la multinazionale francese Sodexo, assistita dall’avvocato Mariangela Di Giandomenico, risultata al secondo posto della procedura, dietro alla Ristorazione Ottavian con sede a San Vendemiano che, a sua volta, si è difesa contro le osservazioni della multinazionale, presentandone delle proprie, tramite gli avvocati Diego Signor, Vincenzo Pellegrini e Isabella Paladin.
Ricorso presentato dalla ditta francese contro il Comune di Conegliano, difeso dal legale Barbara Colla, e contro la Provincia di Treviso, assistita dagli avvocati Carlo Rapicavoli, Massimo Bisiach e Sebastiano Tonon.
La Ristorazione Ottavian, infatti, aveva vinto l’appalto, comunicato tramite la determina di aggiudicazione dello scorso 13 agosto, per un servizio previsto a partire dal 1° settembre 2021 e fino al 31 agosto 2026.
Tra i vari punti presentati dalla ditta Sodexo, l’azienda si è focalizzata su alcuni criteri richiesti per la gara di appalto, tra cui il fatto che “i mezzi utilizzati devono essere in numero sufficiente per consentire le consegne nell’arco di 60 minuti, a decorrere dal momento della partenza dal centro di cottura” e “l’ultima consegna ai vari terminali di utilizzo non deve avvenire prima di 30 minuti dall’orario stabilito per la refezione“: secondo Sodexo, la ditta concorrente non rispetterebbe tali tempistiche, impiegando 75 minuti anziché 60 e nelle scuole “un arco temporale maggiore che varia tra i 35 e i 45 minuti“.
Criteri per i quali, secondo la multinazionale francese, la ditta vincitrice della procedura di gara avrebbe dovuto risultare “esclusa dalla procedura perché ha proposto una prestazione diversa da quella richiesta”. Oltre a ciò, Sodexo ha osservato che “il costo delle derrate indicato in soli 1,14 euro è significativamente al di sotto dell’incidenza media del settore che riporta la somma di 1,60 euro” (in questo caso la ditta francese avrebbe applicato il costo di 1,83 euro per il primo anno e 1,55 euro per gli anni successivi).
A sua volta, la ditta Ottavian, come si legge nel testo della sentenza del Tar, ha affermato che il servizio di ristorazione nelle strutture residenziali extraospedaliere prevede che, “tra la fine della cottura e la consegna dei pasti, devono intercorrere tra i 75 e i 90 minuti”, mentre Sodexo avrebbe presentato un “numero di consegne inferiore rispetto a quello richiesto (61 rispetto a 64) con l’ultimo pasto consegnato dopo 111 minuti, 87 minuti e 100 minuti, in due casi, pertanto, in misura superiore ai 90 minuti previsti dalle linee guida regionali“.
Allo stesso modo, la ditta Ottavian ha definito “irragionevole la previsione di un tempo di consegna per ogni utente di soli 2 minuti”, in quanto “inverosimile che in un intervallo di tempo così contenuto l’operatore riesca a svolgere le operazioni necessarie, quali l’arrivo, lo scarico dei contenitori e la consegna degli stessi presso l’utente, nonché il loro ritiro”.
Oltre a ciò, l’azienda non ha trovato adeguato il sistema informatico proposto da Sodexo “per la gestione delle attività di prenotazione dei pasti e di incasso dei pagamenti”, perché “diverso da quello richiesto”.
A ciò la Provincia ha aggiunto il fatto che “l’offerta di Sodexo non può considerarsi migliore di quella presentata da Ottavian, perché prevede l’impiego di un numero inferiore di mezzi (quattro per Sodexo, cinque per Ottavian) e ha il centro di cottura più lontano” (ovvero a Sacile), mentre secondo il Comune di Conegliano “gli scostamenti dai tempi di consegna previsti dalla lex specialis non sono tali da dimostrare l’inaffidabilità di Ottavian o di pregiudicare in concreto la qualità dello svolgimento del servizio”.
A “fare una quadra” in questa situazione è stato il Tar del Veneto che ha accolto “il ricorso principale” presentato da Sodexo e le sue motivazioni, ritenendo che l’offerta della ditta vincitrice “doveva invece essere esclusa”.
“Le domande di aggiudicazione in proprio favore, di subentro nel contratto e in via subordinata di risarcimento in forma specifica formulate da Sodexo, non possono invece trovare positivo riscontro – ha però aggiunto il Tar – perché, a seguito dell’accoglimento del ricorso principale, incombe prima l’obbligo per la stazione appaltante di valutare la congruità, la coerenza e la fattibilità dell’offerta della ricorrente sulla base del piano economico finanziario presentato, e solo in caso di esito favorevole emergerà e diverrà attuale l’obbligo di provvedere all’aggiudicazione in favore di Sodexo, consentendo il subentro nel contratto eventualmente stipulato”.
Nel frattempo, il Tribunale amministrativo ha condannato il Comune di Conegliano, la Provincia di Treviso e la parte controinteressata al rimborso delle spese di giudizio, in parti uguali, per una somma complessiva di 4.500 euro, iva esclusa.
(Foto: web).
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