L’annuncio del Governo dell’obbligo, ormai imminente, di green pass per accedere a determinati servizi e luoghi di svago, non ha riscosso il favore di tutti.
Ne è la riprova l’ondata di proteste in piazza andate in scena lo scorso sabato 24 luglio in varie città d’Italia (qui l’articolo), mentre professionisti di determinati settori si stanno in questi giorni esprimendo in merito alla questione.
È il caso di Andrea Antoniazzi, titolare di palestre a Conegliano e Vittorio Veneto, oltre che consigliere per il Veneto di Anif, associazione di categoria di tutti i professionisti del settore sportivo, il quale, durante i mesi della pandemia si era espresso in diverse occasioni in merito alle difficoltà patite dai centri fitness.
In tema di green pass, Antoniazzi ha sottolineato il rischio che il passaporto sanitario possa far nascere dei conflitti tra clienti e titolari di palestre, considerata l’assenza di tale vincolo tra le condizioni degli abbonamenti già attivati.
“Credo si tratti di un’ulteriore scelta non democratica fatta nei confronti di alcuni settori (sport, cultura e spettacoli), nuovamente sacrificati – ha dichiarato Antoniazzi – mentre ciò non ha riguardato altri, come alberghi, negozi e centri commerciali, parrucchieri ed estetiste, dove c’è anche il contatto fisico con la persona“.
“Non entro nel merito delle vaccinazioni: io mi sono vaccinato, ma non giudico chi non vuole farlo – ha proseguito – però il Governo non può ridurre il potenziale di clientela delle attività aperte al pubblico. Chi risarcirà i centri fitness per questo nuovo mancato incasso?”.
Un tema nato di fronte alle richieste già avanzate dai clienti in merito alla gestione degli abbonamenti acquistati, secondo quanto riferito dallo stesso Antoniazzi.
“Abbiamo venduto degli abbonamenti che non prevedevano tra le condizioni il green pass – ha aggiunto – e ora, chi verrà messo a controllare chi ce l’ha e chi no? Tutti i centri fitness hanno infatti ridotto al minimo il personale, perché arriviamo dopo quasi un anno di chiusura”.
Secondo Antoniazzi, una soluzione sarebbe potuta essere quella di istituire l’obbligo del passaporto sanitario nel caso di un nuovo rialzo delle ospedalizzazioni, “per mantenere alta la sicurezza”.
“Rispetteremo le leggi, pur essendo contrari al green pass – ha dichiarato Antoniazzi – però questa ulteriore scelta rischia di metterci contro i nostri clienti”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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