Continua il cosiddetto “affaire La Nostra Famiglia”: i lavoratori non danno segno di cedere nella loro protesta, nata a inizio anno, in seguito all’annuncio di un cambio contrattuale a ribasso stabilito unilateralmente dai vertici dell’associazione, secondo quanto riferito dai sindacati, i quali hanno precisato come i dirigenti della Nostra Famiglia hanno confermato la volontà di passare a un altro contratto, “senza dare mai motivazioni concrete”.
Annuncio giunto in seguito al rinvio del tavolo per la firma del contratto della sanità privata, scaduto da 14 anni: secondo quanto riferito dai sindacati, l’associazione avrebbe espresso l’obiettivo di passare al contratto delle residenze sanitarie assistenziali, “con un peggioramento delle condizioni contrattuali ed economiche dei lavoratori”.
Uno scenario che ha creato delusione e sconcerto in primis tra i lavoratori, espresso tramite degli striscioni posti all’esterno della struttura di Conegliano, con sede in via Costa Alta dove, a partire dalla tarda mattinata di ieri, martedì 4 agosto, fino al primo pomeriggio, si sono svolte delle assemblee sindacali rivolte a tutto il personale a livello regionale.
“Il bene fatto bene pagato male”, “la qualità dei servizi si basa sul rispetto dei lavoratori”, “la Vostra Famiglia”, “questa famiglia non è più nostra”, “l’eccellenza non si svende ma si difende”: messaggi che danno il senso dello stato di agitazione dei dipendenti di questa realtà che a Conegliano, dal 1968, si è sempre occupata di dare sostegno a minori con disabilità.
Sedi della realtà assistenziale che si contano anche a Treviso, Pieve di Soligo, Mareno di Piave, Oderzo, Venezia, Padova e Vicenza, per un totale di 500 lavoratori in Veneto.
“L’identità che questa associazione si è costruita nel tempo – sottolineano Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl – è frutto dell’impegno e dell’alta professionalità di centinaia di persone nella nostra Regione, migliaia in tutto il Paese”.
“Un’identità che con questo atto La Nostra Famiglia sta perdendo, – proseguono i sindacati – tanto quanto sta perdendo la fiducia di quanti lavorano per l’associazione, proprio in una logica di fidelizzazione alla mission, dimostrando altresì il volto più detestabile di una imprenditoria mossa solo dal profitto”.
Parole che fanno ritenere come la questione non sia certamente finita qui.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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