La pandemia, con le sue restrizioni, non solo ha provocato una minor circolazione dei mezzi, ma anche una minor accensione del riscaldamento nelle case private e soprattutto nelle attività produttive: da ciò ne è conseguito un livello minore di polveri sottili nell’atmosfera a Conegliano.
“Quest’anno non ci sono stati problemi con i valori di polveri sottili come negli altri anni – ha spiegato Claudio Mallamace, comandante della Polizia locale di Conegliano – Per questo aspetto, inoltre, bisogna tenere presente come non siano stati fatti neppure i panevin”.
“Per il momento ci troviamo in allerta verde ma, qualora dovessero esserci degli sforamenti per quattro giorni consecutivi, poi vagliati dall’Arpav, passeremo alla fascia arancione – ha aggiunto – C’è da dire che l’Italia è sotto procedimento di infrazione, perché secondo l’Unione europea il nostro Paese non avrebbe adottato delle misure idonee per contenere l’inquinamento delle polveri sottili nei bacini, come quello padano”.
“Per questo la Regione, con il coordinamento provinciale, ha emesso l’obbligo per i Comuni con più di 30 mila abitanti di adottare determinati provvedimenti, come il divieto di accendere fuochi oppure l’utilizzo di una caldaia di una determinata classe energetica – ha proseguito Mallamace – Già dal mese di ottobre sono stati messi dei cartelli che indicano le varie fasce”.
Secondo il comandante, tuttavia, la minor circolazione di veicoli non sarebbe la causa principale di un altrettanto minore livello di inquinamento, bensì i sistemi di riscaldamento avrebbero una maggiore responsabilità in tal senso.
“Gli orari in cui abbiamo registrato un maggior livello di polveri sottili non coincidono con quelli legati ai picchi di traffico – ha spiegato a tal proposito Mallamace – e questo ha fatto comprendere come ci sia una correlazione con i sistemi di riscaldamento: pensiamo non soltanto al riscaldamento domestico, ma anche a quello delle attività produttive”.
“Si fa più economia in fatto di riscaldamento, vista la crisi economica in atto: dove si può, si cerca di risparmiare e tutto ciò deriva da un maggiore impoverimento. Inoltre, alcune attività produttive, lavorando di meno, fanno altrettanta economia in fatto di riscaldamento – ha proseguito il comandante – Teniamo conto poi della chiusura di alcune scuole o classi, con la didattica a distanza, che comporta lo spegnimento del riscaldamento stesso”.
In sostanza, la circolazione veicolare contribuirebbe in misura minore all’innalzamento dei livelli di polveri sottili, rispetto all’attività fatta dai sistemi di riscaldamento: in ogni caso, nella categoria dei veicoli, sarebbero quelli commerciali a incidere maggiormente.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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