Non ha rilasciato dichiarazioni il commissario prefettizio di Conegliano Antonello Roccoberton, in merito all’omicidio che ha visto implicato Giovanni Maria Cuccato (nella foto), 44enne reoconfesso dell’assassinio di Luciano Dall’Ava, pensionato di 72 anni residente a Colle Umberto, deceduto a causa dei fendenti ricevuti per motivi passionali (qui l’articolo).
Roccoberton, però, ha confermato come Cuccato non fosse persona nota agli uffici comunali, quindi “un residente come tutti gli altri”, che abitava nella città del Cima da poco tempo.
Originario di Conegliano, era cresciuto con la propria famiglia a Roncade e aveva compiuto gli studi universitari nella città di Venezia: di professione artista vetraio, Cuccato non nascondeva la propria passione sia per le opere d’arte che andavano a ritrarre scenari naturali e il mondo animale, sia per le rievocazioni storiche del periodo medievale.
Una vita normale come tante altre, quella di Cuccato, ma stravolta dalla tragedia consumatasi sabato sera, poco prima del coprifuoco, in piazza Fiume a San Giacomo di Veglia, frazione di Vittorio Veneto: Cuccato, colto da un raptus di gelosia avrebbe sferrato delle coltellate al pensionato, deceduto in mezzo alla piazza.
A lanciare l’allarme era stata la donna al centro della contesa tra i due uomini, salvatasi dal brutale episodio, mentre Cuccato si sarebbe nascosto vicino al luogo del delitto, confessando quanto compiuto durante l’interrogatorio condotto dal pm Giulio Caprarola.
Oltre alla confessione del 44enne, anche il ritrovamento del coltello da cucina utilizzato per il delitto e ritrovato nell’auto del coneglianese, avrebbe aiutato le Forze dell’Ordine a fare una prima ricostruzione di quanto accaduto.
Un fatto per il quale anche a Conegliano c’è incredulità e sconcerto verso la figura del 44enne, ritratto come una persona come tante altre, che non era noto per aver creato problemi, di qualsiasi tipo, in precedenza.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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