Nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 10 febbraio, anche la città di Conegliano ha ricordato le vittime delle foibe, in occasione del Giorno del Ricordo.
Risale al 2004 l’iniziativa che intende ricordare il 10 febbraio di ogni anno le vittime delle foibe e coloro che furono coinvolti nell’esodo giuliano-dalmata, oltre a tutti coloro che, in qualche maniera, sono state vittime di questo triste capitolo della Storia.
La data del Giorno del Ricordo richiama quel 10 febbraio del 1947 in cui venne firmato il trattato di pace di Parigi, che andava ad assegnare all’allora Jugoslavia i territori dell’Istria, la città di Zara e la provincia, il Quarnaro e tutta quell’area della Venezia-Giulia che in precedenza faceva parte dello Stato italiano.
La cerimonia, nel rispetto delle restrizioni dettate dal momento, si è tenuta nel giardino del monumento ai profughi istriani, giuliani e dalmati di via Papa Giovanni XXIII, alla presenza del commissario prefettizio Antonello Roccoberton, di una folta rappresentanza delle Forze dell’Ordine, delle associazioni di combattenti e del “Comitato 10 febbraio” di Conegliano.
L’alzabandiera, la deposizione di una corona di alloro, la rievocazione dei punti salienti di quanto avvenuto in quegli anni e un momento di silenzio, sono stati i momenti che hanno scandito la cerimonia, come ogni anno molto sentita e organizzata per “conservare la memoria della tragedia”.
Un desiderio di memoria che si traduce anche nella richiesta, mossa dallo stesso “Comitato 10 febbraio” di Conegliano al Comune, affinché il giardino del monumento degli esuli di via Papa Giovanni XXIII venga intitolato a Norma Cossetto, simbolo di quell’amore per la patria italiana che ha animato tutte le vittime delle foibe.
Norma Cossetto, medaglia d’oro al valor civile, era una studentessa istriana di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova: a soli 23 anni venne barbaramente torturata e uccisa dai partigiani jugoslavi, per poi essere gettata in una foiba situata nelle vicinanze di Villa Surani.
La giovane aveva rifiutato di unirsi al gruppo di coloro che sarebbero poi diventati i suoi carnefici: un “no”, il suo, che ancora oggi merita di essere ricordato.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
#Qdpnews.it