Tutto è partito quando si è discusso il punto relativo alle variazioni per il bilancio 2018/2020 in occasione del consiglio comunale di Conegliano di ieri sera, lunedì 26 novembre: a dare il la a una certa tensione in aula è stato il consigliere Flavio Pavanello, della civica Cambiamo Conegliano.
Un’accorata accusa quella di Pavanello nei confronti della giunta comunale, colpevole, secondo le sue parole, di non mettere a conoscenza i consiglieri su determinati aspetti riguardanti le scelte di amministrazione.
“Non state facendo il bene della città – ha tuonato Pavanello – e siamo molto delusi perché notiamo una certa mancanza di rispetto”.
“Abbiamo sempre discusso variazioni di bilancio di poca entità e mai variazioni serie. – ha precisato Isabella Gianelloni del Partito democratico – Dopo un anno e mezzo non ci sono all’orizzonte investimenti degni di nota: la città dopo un anno e mezzo è ferma e l’unica cosa fondamentale di cui si è parlato è la pista di pattinaggio”.
Accuse quasi prevedibili dalla minoranza, che proprio per il ruolo di opposizione e di avvocato del diavolo che riveste, da sempre pone in luce quelle che, a suo dire, sono le mancanze presenti nel lavoro amministrativo.
Quello che ha destato stupore, però, è la presa di posizione di alcune figure della stessa maggioranza, a partire dal consigliere di Forza Italia Pierantonio Bottega, il quale ha espresso il proprio astensionismo al momento del voto delle variazioni di bilancio: “Vista la situazione di crisi odierna, per alcuni può essere complesso pagare l’Imu e la Tasi, vogliamo proprio procedere con il pignoramento? Sarebbe meglio dialogare per una soluzione”.
“L’Imu e la Tasi devono essere incassate per obbligo di legge – ha replicato l’assessore Claudia Brugioni – indipendentemente da quella che è la situazione economica e il Comune non può farsene carico”.
Ma il clou di questa escalation di tensione è stato raggiunto nel momento in cui Stefano Dugone, ex assessore alla cultura della giunta Zambon, e ora consigliere della civica Popolari per Conegliano, ha letto una dichiarazione a nome dello stesso gruppo: “Siamo ancora ai blocchi di partenza con problematiche come l’ex area Zanussi, piazza Carducci. Chiediamo un piano di sviluppo del territorio condiviso per passare da un modello di città ideale a uno attuativo, con trasparenza e condivisione di idee”.
“Non sono stati fatti passi avanti. – ha proseguito Dugone nell’accorata filippica – Esprimiamo un voto a favore delle variazioni di bilancio, ma non è espressione di una fiducia fideistica e cieca”.
“Condivisione di idee”, “trasparenza” sono i termini che sono volati nella sala consiliare e non solo dal parterre della minoranza, dalla quale si è alzato il capogruppo del Pd Alessandro Bortoluzzi, per dare un finale colpo di grazia: “Signor sindaco questo è un chiaro preavviso di sfratto. Le auguro di trovare le forze e le energie per rilanciare la città anche perché non ha ascoltato le parole di Dugone con la necessaria umiltà e credo che non andremo molto lontano”.
“C’è un brutto clima che non fa lavorare bene. – ha proseguito Bortoluzzi – Il problema sta nella squadra, nelle figure di alcuni assessori che non fanno nulla e arrivano in consiglio con nessun argomento. Diamoci una svegliata con un po’ di umiltà, che ci sono dei problemi reali. Ormai è arrivata l’ora di far correre la macchina di Conegliano”.
Parole di fronte alle quali il sindaco Chies ha tagliato corto: “Non ho mai cercato il consenso assoluto ed è normale che le decisioni prese non possano accontentare tutti. Faremo fino alla fine ciò che crediamo”.
Colpi arrivati da più parti nel consiglio comunale di ieri sera: è il risultato di promesse o aspettative post elezione rimaste disattese? Sono le conseguenze di qualche tensione, fraintendimento o addirittura sgambetto dietro le quinte?
Tutto ciò non è dato a sapersi. Alla luce di quanto avvenuto in consiglio comunale e delle parole proferite, però, l’unica cosa che pare essere certa è che qualche tensione è sorta nella sala dei bottoni.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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