Conegliano, un 25 aprile essenziale tra le nuove lotte di libertà e il saluto di Don Ciotti: “Resistere oggi vuol dire esistere”

È stata una celebrazione ridotta all’essenziale, quella che si è svolta oggi a Conegliano per il secondo 25 aprile dell’era del Coronavirus: una manifestazione senza pubblico ma in cui non sono mancati i rappresentanti delle autorità e numerosi spunti di riflessione sull’attualità dei valori insiti nella giornata della Liberazione.

Dal punto di vista istituzionale la celebrazione si è svolta con la visita di tre siti simbolici in città e la deposizione di altrettante corone: il cimitero di San Giuseppe, che custodisce una lapide intitolata ai partigiani uccisi dalle truppe nazifasciste e la tomba-monumento di Pino Lazzarin, primo combattente coneglianese caduto durante la lotta per la liberazione, piazza IV Novembre, che ha visto la cerimonia dell’alzabandiera di fronte al monumento ai Caduti, e infine il Monumento alla Resistenza in via Filzi.

Qui il commissario prefettizio Antonello Roccoberton e la presidente dell’Anpi di Conegliano, Loretta Bellussi, hanno inviato il loro saluto alla presenza delle personalità accorse per l’occasione: i rappresentanti delle autorità locali, delle associazioni combattentistiche d’arma, dell’associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), dell’associazione Internati militari italiani (Imi).

Presenti anche la staffetta partigiana Anna Granzotto e il partigiano Giacomo Coppe, divenuto combattente giovanissimo tanto da assumere come nome di battaglia “Il bocia” e unico sopravvissuto all’eccidio del ponte di San Felice.

“Abbiamo bisogno di conoscere e tenere ben presente la nostra storia, quanto coraggio, sacrificio, sangue, determinazione ci sono voluti per portare pace e libertà, perché nessun revisionismo ci deve confondere” ha spiegato Loretta Bellussi, che ha voluto ricordare, oltre alla lotta per la libertà combattuta in passato, anche le battaglie che attendono in un futuro reso sempre più fosco dalla crisi scatenata dal Coronavirus.

L’Anpi di Conegliano ha inoltre deciso di celebrare la festa della Liberazione con un video appositamente girato per l’occasione: un saluto e un breve discorso di don Luigi Ciotti, attivista e fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera.

“Dobbiamo ancora una volta rispondere subendo le responsabilità che ci assegna questa giornata – spiega Don Ciotti illustrando quelle che, a suo modo di vedere, sono le responsabilità civiche di oggi – La responsabilità della Memoria: dobbiamo far conoscere quelle pagine di storie e di vita, le lotte, l’impegno che le hanno generate. La responsabilità della conoscenza: perché la democrazia vive di coscienze inquiete. La responsabilità dell’impegno: perché la Costituzione non ammette una cittadinanza formale o intermittente, ci chiede di essere cittadini a tempo pieno”.

“C’è un filo rosso che lega la resistenza di ieri a quella di oggi, e trova nell’impegno civile il proseguimento della lotta per liberare l’Italia – prosegue l’attivista – Resistere oggi vuol dire esistere”.

Nella giornata di oggi, domenica 25 aprile, i 46 Comuni seguiti dal nostro quotidiano hanno organizzato una o più cerimonie per la festa della Liberazione. Pubblichiamo gli attimi più significativi dei comuni di Asolo, Crocetta del Montello, Montebelluna e San Fior.


(Foto: Comune di Conegliano – per concessione dei sindaci).
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