Lo scontro tra il Partito Democratico e l’Ulss sull’emergenza coronavirus a Casa Fenzi non si ferma: il consigliere provinciale Alessandro Bortoluzzi (nella foto), che per primo aveva lanciato l’allarme sulla situazione nella casa di riposo coneglianese, contesta i dati diffusi dall’Azienda Sanitaria e chiede un’ispezione da parte delle forze dell’ordine perché sia accertata la realtà sui deceduti nell’ultimo mese e mezzo.
La battaglia era iniziata con il comunicato del consigliere democratico (qui l’articolo), in cui si denunciava un ritardo nella tamponatura nelle strutture di riposo e si diffondevano dati drammatici sui decessi a Casa Fenzi, 25 nelle prime due settimane di aprile; a questa era seguita la risposta da parte dell’Ulss (qui l’articolo); con dati che ridimensionavano il numero: solo 7 quelli accertati per coronavirus.
Proprio contro questi numeri ora Bortoluzzi punta il dito, parlando di “realtà falsificata” e ricostruendo la drammatica evoluzione dei contagi a Casa Fenzi sulla base delle relazioni inviate alle autorità dalla stessa direzione della casa di riposo.
“Il primo decesso di un ospite di Casa Fenzi accertato per Coronavirus risale al 20 Marzo” – spiega Bortoluzzi, che aggiunge come “a partire da quella data la direzione di Casa Fenzi da atto di aver sollecitato un intervento rapido da parte della Task Force Coronavirus di Ulss 2, e di non aver avuto tempestivo riscontro”.
Altri quattro decessi con sintomatologie simili a quelle del Covid-19 sono segnalate dalla direzione il 26 marzo, momento in cui vengono sospesi gli accoglimenti nella struttura.
“I primi tamponi vengono però fatti solo il 29 marzo” – prosegue il consigliere Pd, spiegando che questi riguardano una trentina di dipendenti e 20 ospiti con febbre, tra cui ben 17 di questi ultimi risultano positivi. La tamponatura viene sospesa il 1 aprile per mancanza di reagenti.
A questo punto, continua Bortoluzzi, dalla direzione parte la prima relazione, in cui si parla di uno “stato di assoluta emergenza” che necessiterebbe di soccorso.
In particolare si richiede di riprendere la tamponatura e di inviare una fornitura di dispositivi di protezione individuale, fino ad allora “ricevuti solo dal comune di Conegliano”. Tra le richieste c’è anche quella di avere supporto di personale, essendo il 40% assente per la situazione creatasi.
Una seconda relazione della direzione, quella resa nota ai consiglieri comunali in questi giorni, spiega che il 7 aprile vengono fatti a tutti gli ospiti dei “test veloci”, presumibilmente i sierologici sulla cui attendibilità sono stati avanzati dubbi, da cui risulterebbero 112 ospiti positivi su 190.
Sulla base di questi dati si procede l’11 aprile con una divisione tra positivi e negativi in parti differenti della struttura.
“Nella relazione la direzione dice che dal 1 al 15 aprile sono deceduti 25 ospiti dei quali un congruo numero, a giudizio dei medici della struttura, sono riconducibili a cause da Covid-19”, sottolinea Bortoluzzi, indicando che risulterebbero almeno un paio di morti risultati negativi ai test veloci ma con sintomatologia compatibile col coronavirus.
Ripresa e portata a termine la tamponatura, al 18 di aprile a risultare positivo oltre il 54% di ospiti: 100 su 184 totali.
Da questa ricostruzione dei fatti parte l’accusa di Bortoluzzi sui reali deceduti per Covid-19 a Casa Fenzi: “Si comprende bene il perché all’Ulss risultano solo 7 decessi per Coronavirus. Perché i tamponi, a tutti gli ospiti, sono stati fatti solo dal 14 aprile! E tutte le persone decedute nei primi 15 giorni di aprile, ben 25 persone, tutti con sintomi da Coronavirus, non sapremo mai di cosa sono in effetti mancati”.
L’attacco è indirizzato soprattutto al Direttore Generale, Francesco Benazzi, il quale avrebbe, secondo Bortoluzzi “minimizzato la gravità della situazione per non sporcare l’immagine dell’Azienda Sanitaria”.
Conclude, il consigliere del Partito Democratico, annunciando che la situazione è stata portata a conoscenza delle forze dell’ordine, in particolare ai Carabinieri della Stazione di Conegliano, “chiedendo anche che attraverso un’ispezione si faccia chiarezza sul dato del numero dei decessi nel mese di marzo, che ancora non è stato reso noto”.
(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
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