Da Kiev a Conegliano alla ricerca di un’ambulanza: la storia di Ievgen Potomkin, imprenditore ucraino che vuole aiutare il suo popolo

Ievgen Potomkin, piccolo imprenditore ucraino di Kiev, ha raccontato la propria storia e quella dei suoi conterranei lo scorso giovedì, nella sala comunale di Campolongo di via Vital, in occasione di un incontro organizzato in collaborazione con il gruppo misto del Comune di Conegliano.

L’obiettivo dell’incontro era quello di raccogliere fondi per acquistare un’ambulanza usata, da inviare in Ucraina, dove anche i mezzi di soccorso oramai sono entrati nel mirino russo, come ha riferito l’imprenditore, compromettendo così la macchina di salvataggio dei feriti provocati dai vari bombardamenti.

La storia di Ievgen è particolare: nato nel 1976 e padre di cinque figli, ha fatto studi in ambito economico per poi aprire la propria impresa, Modus, in Ucraina, specializzata nel settore della distribuzione, che in epoca prebellica contava 120 dipendenti.

Tra il 2004 e il 2005 è arrivato per la prima volta in Italia, per iniziare a intessere dei rapporti economici, specialmente con un imprenditore del coneglianese, con il quale non si sono mai arrestati i contatti, neppure in questo periodo di conflitto.

E proprio grazie a questo imprenditore, Ievgen Potomkin ha deciso di arrivare a Conegliano, dove ha potuto ricongiungersi momentaneamente con la moglie e il figlioletto più piccolo che, nel frattempo, da qualche mese si erano rifugiati in Grecia, ospitati da parenti e conoscenti.

Un ricongiungimento molto particolare considerato che tra pochi giorni Ievgen dovrà ritornare di nuovo in Ucraina, dove si trovano gli altri quattro figli più grandi, lasciando la moglie e l’ultimogenito: “Mi occupo di aiutare chi ha bisogno e di cercare degli aiuti. Per questo ho avuto un permesso di una ventina di giorni per cercare degli aiuti, come sto facendo ad esempio stasera con questo incontro. Abbiamo bisogno davvero di tutto, ci manca ogni cosa, come ad esempio le ambulanze per trasportare i feriti”.

“Io prima ho sempre parlato russo, senza mai avvertire differenze e la guerra ha avuto il suo vero inizio nel 2014: da lì, il fatto di sapere parlare russo ha iniziato a crearmi dei problemi, quindi ho cominciato a parlare esclusivamente ucraino – ha spiegato il piccolo imprenditore, il quale ha voluto ripercorrere la storia dell’Ucraina e del complesso rapporto con la vicina Russia – Con l’Italia devo dire di avere avuto sempre un buon rapporto, tanto che ci portavo i miei clienti in visita“.

E proprio con l’Italia l’imprenditore ha fatto un confronto del territorio ucraino, sottolineando la normalità vissuta dal suo popolo prima di questa tragedia bellica. Oltre a ciò, sono state mostrate le immagini di distruzione provocate dal conflitto ma, allo stesso tempo, sono stati citati gli aiuti finora forniti alla popolazione.

“Inizialmente non abbiamo capito cosa stesse succedendo, poi ci siamo messi in fuga, allontanandoci da Kiev: c’era molto traffico di chi stava lasciando la città – ha narrato l’imprenditore, facendo un riferimento alle varie città colpite dal conflitto, non senza nascondere una certa commozione di fronte a quelle immagini – Siamo forti dentro, mentalmente ci sentiamo parte dell’Europa e stiamo avendo supporto da diverse nazioni, oltre a un grande aiuto da parte dell’Italia. Stiamo però vivendo delle difficoltà: la vita è cambiata per tutti e c’è mancanza di tutto. Non eravamo preparati a quanto sarebbe poi accaduto“.

“Nel mio caso, ad esempio, con la guerra è subentrata la difficoltà nel pagare i dipendenti. La nostra è una lotta alla sopravvivenza e molti ucraini non credevano che i russi potessero arrivare a fare una cosa del genere – ha continuato – Stiamo cercando aiuti per trovare anche una sola ambulanza. Intanto vogliamo che si sappia la verità e diciamo ‘grazie’ all’Italia per quanto fatto per noi finora”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata – per concessione di Ievgen Potomkin).
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