Era stata ribattezzata “Everesting” l’impresa affrontata lo scorso 11 giugno da Daniele Modolo, coneglianese laureato in Scienze dell’alimentazione e Psicologia, impegnato nella preparazione fisica e mentale degli atleti e lui stesso atleta di trail a piedi e ultracycling.
In quella data l’obiettivo era quello di percorrere un saliscendi lungo una strada forestale in località Sottocroda, nel Comune di Revine Lago, a bordo della sua bicicletta per una 24 ore “no stop” e un totale di 11 salite, pari a 8.848 metri percorsi e corrispondenti all’altezza dell’Everest (da qui il nome di “Everesting”).
Una vera e propria sfida, in quanto non c’è un limite di tempo per compiere l’impresa, ma questo saliscendi deve essere fatto con continuità e senza interruzioni.
Una scalata in bicicletta conclusasi con successo e che ha previsto il coinvolgimento di quanti volessero accompagnarlo per un tratto (in bicicletta oppure a piedi), partecipando con un’offerta libera destinata alla Pro loco di Revine Lago, per la realizzazione di attività giovanili in loco.
Ora la sua prossima avventura è prevista per il mese di agosto in Alaska, dove dovrà percorrere ben 1.600 chilometri a bordo della propria bicicletta, senza la possibilità di avere un supporto esterno, come previsto dal regolamento di gara.
Come è nata questa idea dell’Everesting a Revine Lago?
Si tratta di un posto dove mi alleno molto frequentemente. C’era la volontà di provare questa cosa da solo, poi parlando con una persona del posto mi è stato proposto di unire le forze, con questa raccolta fondi, e di iscrivermi a un’organizzazione americana che convoglia tutti coloro che a livello internazionale riescono in questa impresa, per dare un’ufficialità all’esperienza. Così ho provato a divulgare l’iniziativa.
In che cosa consiste il suo allenamento?
Non esiste un allenamento specifico per quello che faccio, il mio è un “allenamento in verticale”: mi alleno due volte a settimana anche per 10 e più ore di fila. Sono allenamenti variegati e molto lunghi, che prevedono molte ore, poi subentra l’allenamento mentale.
Ci racconta la sua prossima avventura?
In agosto andrò in Alaska: ci sono stato già due volte per fare una gara in inverno e ora la voglio vedere in una stagione diversa. Saranno 1.600 chilometri in bicicletta e arriveremo oltre il circolo polare artico. Sarà una gara di ultracycling in “self supporting”, ovvero senza la possibilità di avere supporti esterni.
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nelle sue imprese?
Il sonno: in queste competizioni vince chi dorme di meno. La difficoltà non è tanto la fatica fisica, che è scontata, ma la stanchezza mentale, perché restare svegli e continuare a correre fa la differenza. Poi ci sono le criticità legate agli animali, al freddo e al caldo, alla mancanza d’acqua, ma il sonno è il primo problema. Io sono interessato a questo tipo di esperienze che coinvolgono anche il lato mentale, in maniera poi da trasmetterle agli altri come mental coach.
Il suo consiglio per quanti volessero mettersi alla prova come lei?
Di avere pazienza. La pazienza credo sia la dote per fare determinate esperienze (se uno vuole tutto subito, non ce la fa): la pazienza per imparare e per aspettare che gli eventi evolvano. È il percorso, a tappe, che alle persone insegna ad affrontare le sfide.
(Foto: Daniele Modolo – Facebook).
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