Se a Conegliano esiste l’ospedale “De Gironcoli”, di certo questo nome non fu una casualità.
Nella città del Cima, infatti, lavorò Franco De Gironcoli, medico specialista in Urologia (in passato considerato uno dei maggiori esperti del settore), nato a Gorizia nel 1892 e poi deceduto a Vienna nel 1979. Medico che alla passione per il lavoro affiancò quella per la scrittura poetica in friulano.
Non tutti sanno, però, quale fu il suo impegno durante il secondo Conflitto mondiale, in aiuto di quei coneglianesi di origine ebraica che rischiavano la deportazione. Il medico, infatti, cercò di nasconderli nella clinica in cui lavorava, sotto falso nome.
Un modo per salvarli dalla furia nazifascista. Un aiuto che funzionò, finché il medico venne scoperto e arrestato.
Secondo quelle che erano le leggi del tempo, questa sua attività a favore del popolo ebraico gli valse una condanna a morte, ma l’arrivo della Liberazione di fatto lo salvò da quel tragico destino segnato.
Una storia che è emersa ieri, nel corso del convegno organizzato dal Centro coneglianese di Storia e Archeologia, dopo la collocazione della prima pietra d’inciampo in memoria di Maria Sara Rosenthal.
A rendere nota questa storia è stato il professor Pier Vittorio Pucci il quale, nella propria relazione storica, ha evidenziato come la città di Conegliano abbia avuto diverse vicende significative durante quegli anni bui.
Vicende tra cui rientra anche quella del dottor Franco De Gironcoli: a tal proposito, Pucci ha riferito la volontà, condivisa con l’amministrazione comunale, di far riconoscere il medico come “Giusto tra le Nazioni”, un’onorificenza conferita, a partire dal 1962, dallo Yad Vashem, ovvero l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah dello Stato d’Israele, a coloro (di religione non ebraica) che negli anni della persecuzione nazifascista misero a rischio la propria vita per aiutare e salvare gli ebrei che rischiavano la deportazione.
“Al momento, con il conflitto in atto, tutto sarà più complesso e con altre tempistiche – ha spiegato Pucci -. Da tempo ho questa idea: è giusto provarci. Se non riusciremo a raggiungere quell’obiettivo, un’idea sarebbe quella di organizzare qualcosa qui in città, per ricordare la figura di Franco De Gironcoli”.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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