Delitto di Irina Bacal: Savciuc condannato a pagare 2 mila euro per aver fatto perdere tempo alla giustizia

Sono state giudicate inammissibili le istanze presentate da Mihail Savciuc di Godega di Sant’Urbano, che il 19 marzo 2017 ha assassinato l’ex fidanzata incinta, la 20enne Irina Bacal: il giovane, inoltre, è stato condannato, oltre al pagamento delle spese processuali, anche al versamento di 2 mila euro alla Cassa delle Ammende per aver fatto perdere tempo alla giustizia.

Savciuc (a destra nella foto, insieme ad Irina), 19enne all’epoca dell’omicidio, era stato condannato a 30 anni di reclusione: il ragazzo aveva ucciso l’ex fidanzata perché la giovane intendeva rivelare alla nuova fidanzata e alla madre di lui il suo stato di gravidanza.

Secondo l’autopsia, Irina, incinta di 29 settimane, sarebbe stata prima colpita con un corpo contundente e poi strangolata, tentando inutilmente di difendersi.

Alcuni accertamenti tecnici sul telefonino dell’omicida, avrebbero fatto emergere come il giovane, nel corso del mattino di quel tragico 19 marzo, avesse fatto delle ricerche su come fosse possibile uccidere una persona.

Dopo il delitto, inoltre, si sarebbe recato da un’attività compro-oro al fine di rivendere alcuni oggetti della ragazza, per essere poi fermato dalla polizia giudiziaria.

Tutti particolari – oltre all’età della cittima, allo stato di gravidanza avanzata e alle modalità e motivi dell’omicidio – che avrebbero indotto i giudici a ritenere Savciuc un individuo imprevedibile e privo di autocontrollo.

Nell’impugnare di fronte alla Suprema Corte la propria detenzione, l’omicida avrebbe denunciato come non fosse stata riservata adeguata attenzione alle circostanze personali e della vittima che l’hanno condotto a commettere quel tragico gesto. Tutte motivazioni ritenute inammissibili dai giudici.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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