Il futuro del nuovo polo scolastico di Parè non ha visto concordi genitori e docenti con l’amministrazione comunale di Conegliano: è l’impressione emersa durante l’incontro organizzato nella serata di ieri, giovedì 13 ottobre, all’auditorium “Dina Orsi”, per affrontare questa tematica.
Secondo quanto emerso nei mesi precedenti, il Comune si è aggiudicato un contributo del Pnrr per realizzare una nuova scuola Brustolon, al posto dell’edificio attuale di via Einaudi che verrà demolito. Il tutto per una cifra complessiva di 7 milioni e 130 mila ottenuti dallo Stato (qui l’articolo).
Ciò comporterà, però, il trasferimento di 200 studenti negli spazi dell’oratorio della parrocchia dei Santi Martino e Rosa almeno per i prossimi tre anni: una prospettiva emersa durante l’incontro di ieri e divenuta motivo di perplessità e di tensione in sala.
A rappresentare il Comune erano presenti il sindaco Fabio Chies, il vicesindaco con delega ai Lavori pubblici Claudio Toppan e l’assessore alla Pubblica istruzione Gianbruno Panizzutti.
L’amministrazione comunale ha spiegato che, fra tre anni, il nuovo polo scolastico diventerà il “più attrattivo della provincia”. Tuttavia, il bando del fondo Pnrr ottenuto prevede delle tempistiche stringenti e non prorogabili, tra cui l’approvazione del progetto esecutivo entro luglio 2023, la conclusione dei lavori entro il 31 marzo 2026 e il collaudo dei lavori nel giugno dello stesso anno.
Toppan ha riferito che la demolizione e realizzazione di un nuovo istituto è parsa fin dal principio preferibile alla scelta di una ristrutturazione dello stabile, poiché esso “presenta dei difetti strutturali” importanti. Il risultato porterà a 9 mila metri cubi di volume da riscaldare, anziché i 18 mila attuali, giudicati eccessivi per le effettive esigenze.
“Basta entrare all’interno delle Brustolon per rendersi conto degli spazi ampi che ci sono da riscaldare – ha affermato Toppan -. Così invece ci avvieremo verso un futuro meno oneroso dal punto di vista energetico”.
Nel frattempo, lo spazio retrostante alle Brustolon, dove sorge un’area di “scuola guida” per bimbi, vedrà sorgere le nuove elementari Rodari il cui attuale edificio, al contrario, non sarà demolito, a meno che non giunga “l’obbligo di demolizione da parte del Governo”.
La soluzione temporanea del San Martino, ovvero 750 metri quadrati di spazi interni assieme a 150 metri quadrati di palestra (nel complesso 11 aule, 5 bagni e altri 2 servizi esterni, uniti a un cortile per la pallacanestro), non ha convinto la platea in sala: la necessità di spostarsi dall’altro capo della città (con una conseguente riorganizzazione della routine familiare), il trasporto pubblico, l’inadeguatezza degli spazi e la potenziale perdita delle attività extracurriculari dall’offerta scolastica sono stati alcuni degli aspetti citati dai genitori e docenti in sala.
“Perdere la scuola a Parè e mandare i ragazzi a San Martino significa svuotare il quartiere” è stato il concetto più volte ripetuto in sala, da cui è emersa la proposta di optare per dei “moduli abitativi” in area industriale Campidui.
“Noi ci teniamo che i ragazzi stiano a Parè – ha detto qualche altro genitore -. Crediamo sia importante che la formazione dei nostri ragazzi non venga persa e le aule a San Martino sono poche”. Qualcun altro, invece, ha proposto di edificare la scuola nuova accanto a quella attuale, in maniera da trasferire i ragazzini direttamente nell’edificio realizzato solamente a lavori ultimati.
Al riguardo, Toppan ha riferito che l’opzione dei moduli abitativi è stata valutata per prima, ma scartata per motivazioni di carattere economico, considerato che richiederebbe una cifra che si aggira tra gli 800 mila e un milione di euro, “per un’isola creata per tre anni e poi da smontare”, mentre l’area adiacente alla scuola sarebbe insufficiente per ospitare un edificio nuovo.
“Ci siamo arrestati di fronte alla spesa economica – ha spiegato il vicesindaco -. Le spese sono aumentate del 30% da quando sono state presentate le domande del Pnrr: non si sa se l’aumento sarà coperto dal Governo, in alcuni casi ci hanno comunicato che ci verrà dato il 10%. Dobbiamo considerare questo periodo come un momento di emergenza, come fosse avvenuto un terremoto. Il Ministero dell’Istruzione determina la progettazione delle scuole, con dei progettisti che ha assunto direttamente e tutto sarà proporzionato al numero degli studenti”.
Tali argomentazioni, però, non sono state tali da poter tranquillizzare, anche solo per un momento, la platea la quale, al contrario, ha ribadito più volte il rischio del peso sociale che, così facendo, potrebbe ricadere direttamente sulle famiglie e la potenziale “migrazione” futura degli studenti verso altri plessi scolastici del coneglianese oppure extracomunali.
Tra i presenti anche l’ex candidato sindaco Antonio Quarta, il quale non ha esitato a esprimere il proprio disappunto in merito alla questione.
“La scuola non è adeguata ai giorni nostri – ha evidenziato Toppan -. Avevamo fretta di portare a casa ciò che un treno di passaggio permetteva: il bando ha premiato 200 scuole in Italia su 6 mila che hanno fatto domanda“.
“Tra cinque anni le Brustolon saranno inagibili, senza i fondi per poterle sistemare” ha rincarato Chies, mentre Panizzutti ha assicurato che sono in corso accordi con la Mom in fatto di trasporto pubblico scolastico, ma genitori e docenti sono sembrati tutt’altro che convinti.
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