Disturbi alimentari e disagio giovanile in aumento, “Insieme Si può” compie 40 anni e alza il tiro: più servizi per la salute mentale

Carlo Donadel e Raffaella Da Ros
Carlo Donadel e Raffaella Da Ros

1.176 soci, 151 lavoratori autonomi fra psicologi e infermieri e quasi 38 milioni di euro di fatturato (dato del 2022): i numeri la dicono lunga sulle dimensioni della cooperativa Insieme Si Può che in questi giorni festeggia esattamente quarant’anni di attività. Fondata a giugno del 1983 a Treviso da Rina Biz, Insieme Si Può da allora ha allargato costantemente il proprio raggio d’azione in ambito sociosanitario partendo dalla Marca Trevigiana, per poi espandersi nelle province di Padova, Venezia, Vicenza e Pordenone. Questa fase espansiva ora accelera ulteriormente il passo. 

In occasione del traguardo a numero “tondo”, i soci della cooperativa si sono riuniti ieri, sabato, in un’assemblea proprio per fare il punto sulle progettualità future (molte) con cui Insieme Si Può intende fare fronte a nuovi e sempre più raffinati bisogni della comunità. Salute mentaleinclusione lavorativatelemedicina, servizi di pronto intervento: sono alcuni degli ambiti dove la cooperativa vuole consolidarsi o espandersi, già forte di una radicata presenza nell’ambito dei servizi sociosanitari, assistenziali, educativi, formativi e ausiliari, rivolti a minori, giovani, famiglie, disabili, anziani, persone con patologie psichiatriche e soggetti fragili, in ben cinque province. 

Nata dall’iniziativa privata, Insieme si Può, in quarant’anni, ha stretto una forte collaborazione con il pubblico agendo come braccio operativo delle varie Ulss locali laddove il pubblico (un po’ per carenza di personale, un po’ per la crescente domanda, specie post-Covid) “langue”. 

“La collaborazione con le varie Ulss è molto stretta – commenta la presidente della cooperativa Raffaella Da Ros – . In questi anni siamo stati silenti, ma ora vogliamo dire la nostra, non per rivendicare qualcosa, ma per dare il giusto valore alle nostre competenze e soprattutto per comunicare ai cittadini che noi siamo presenti sul territorio per fare fronte alle nuove esigenze”. 

“In cima alla lista dei nuovi bisogni – spiega il vicepresidente della cooperativa Carlo Donadel – ci sono i giovani, e in particolare il tema del disagio giovanile, dei disturbi alimentari e del ritiro sociale. Da qui la necessità di creare nuove strutture legate alla cura della salute mentale nel territorio dell’Ulss4 in particolare dando concretezza a progetti già esistenti e poi frenati dal Covid”. 

L’assemblea dei soci di Insieme si può 

La creazione di nuove strutture va di pari passo con il potenziamento di quelle già esistenti, ad esempio a Pieve di Soligo e a Susegana. “Il centro di Susegana per la cura dei disturbi del comportamento alimentare e delle crisi adolescenziali è il nostro fiore all’occhiello – prosegue il vicepresidente – . Al momento ha una lunghissima lista di attesa, da lì la necessità di potenziare questo servizio allargando sempre più la fascia di età dei giovani presi in carico”. Ad oggi la cooperativa gestisce il Centro Futuro Insieme a Susegana dove è istituito un gruppo appartamento e un centro diurno per minori e giovani con crisi adolescenziali e disturbi del comportamento alimentare. Il centro opera in convenzione con l’Ulss 2 Marca Trevigiana e conta una ventina di posti per il centro diurno e 4 posti per il gruppo appartamento. 

Sempre a Susegana si trova l’area servizi educativi “Borgo Casoni” adibita a fattoria didattica dove vengono proposti interventi assistiti con gli animali particolarmente indicati per i casi di ritiro sociale in età adolescenziale. “In questo ambito abbiamo già fatto delle micro sperimentazioni – spiega Donadel – con risultati straordinari: gli animali sono facilitatori della relazione per ragazzi che non riescono a confrontarsi con lo sguardo dell’adulto, l’animale non è giudicante e muove gli affetti”. 

Riguarda l’area Coneglianese uno degli altri progetti di Insiemesi può che punta ad avviare un servizio di pronto intervento sociale. “È una sfida – commenta la presidente Da Ros -: poiché non è facile garantire una presenza in orari festivi, ad esempio. Ma questa è la direzione in cui vogliamo muoverci lavorando a contatto con le Forze dell’ordine per fare fronte ad emergenze sociali nell’ambito territoriale del Coneglianese”. 

Fra le sfide future con cui dovrà vedersela Insieme si può c’è il reperimento del personale quanto mai necessario alla vigilia di un’importante fase espansiva. “È il tema più delicato che ci troviamo ad affrontare ora. Mancano all’appello operatori socio sanitati, infermieri ma anche addetti alle pulizie. La carenza di personale è a tratti drammatica e l’essere provider di corsi di formazione Oss purtroppo non basta più”, conclude Raffaella Da Ros. 

Gli auguri “di compleanno” dal presidente Zaia e dal vescovo Pizziolo

In occasione del quarantesimo complessano di Insieme si può non si sono fatti attendere gli auguri del presidente Luca Zaia, ma anche dell’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, e del vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo. 

La molteplicità dei settori di intervento della Cooperativa a favore delle categorie più deboli e svantaggiate esprimono non solo una grande dedizione – che considero un patrimonio per l’intero territorio – ma anche la naturale vocazione a intercettare i bisogni dell’intera Comunità – scrive Zaia in una lettera d’auguri indirizzata alla presidente Da Ros -. Non posso esimermi, inoltre, dal ringraziare l’intero personale per il grande impegno e la professionalità dimostrate. Le progettualità costantemente profuse contribuiscono a formare un luogo, che per molti si connota come un luogo ad alta valenza relazionale e inclusiva”.

“Un plauso alla cooperativa Insieme Si Può per il traguardo del quarantennale – commenta Lanzarin – che rappresenta una tappa importante di un cammino cominciato a Treviso e che, via via, si è esteso ad altre province del Veneto, mantenendo sempre un approccio fedele e coerente, basato su un modello di cooperativa incentrato sull’economia sociale che coniuga l’esperienza imprenditoriale con la dimensione etica del lavoro, nell’ottica della realizzazione della persona e del suo progetto di vita. Insieme Si Può è senza dubbio parte fondamentale e strategica di quel terzo settore impegnato nella realizzazione della sussidiarietà nella gestione dei servizi sociosanitari della nostra regione”.

“A partire dagli ideali di mutualità e di solidarietà presenti fin dall’inizio di questa realtà del nostro territorio provinciale, si è sviluppata un’esperienza davvero originale di economia sociale – scrive in una lettera monsignor Pizziolo –  desiderio di rispondere ai bisogni delle persone, delle famiglie e delle situazioni sociali di fragilità ha innescato un’iniziativa imprenditoriale capace di offrire lavoro a moltissime persone di innumerevoli nazionalità costituendo, di conseguenza, un fattore importante di integrazione sociale”. 

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata – Insieme si può).
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