Due anni fa il riconoscimento Unesco per le colline di Conegliano e Valdobbiadene. Montedoro: “Ora la sfida riguarda le nuove generazioni”

Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 7 luglio 2019, giornata nella quale le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono diventate Patrimonio dell’Umanità.

Un sogno diventato realtà e un grande risultato condiviso da ben 29 Comuni dell’Alta Marca Trevigiana, 12 ricadenti nella “Core Zone”, 3 nella “Buffer Zone” e 14 nella “Commitment Area”.

L’emergenza Coronavirus non ha permesso alle comunità del nuovo sito Unesco di accogliere il gran numero di turisti che tutti attendevano nella primavera del 2020 e, salvo la piccola boccata d’ossigeno della scorsa estate, la seconda ondata del Covid ha impedito ai turisti di visitare le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene fino a poche settimane fa.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha voluto premiare, nell’indimenticabile appuntamento di Baku, un paesaggio che presenta molteplici elementi di unicità e che è stato modellato nel tempo dal lavoro dell’uomo.

Un riconoscimento alla bellezza, alla storia e alle tradizioni di una terra unica, senza dimenticare il lavoro di intere generazioni che, con la loro “viticoltura eroica”, hanno ricamato le colline del Prosecco Superiore.

Una vittoria corale che ha visto in prima fila la Regione Veneto, le diverse amministrazioni comunali, il Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, il comitato scientifico e tutte le persone che, dossier dopo dossier, hanno convinto Icomos (Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti), un’organizzazione non governativa globale associata all’Unesco.

Il pensiero va anche al compianto Leopoldo Saccon, architetto paesaggista che, con il suo libro “Alti paesaggi. Il senso della natura nel paesaggio dell’Alta Marca Trevigiana”, già nel 2003 aveva lanciato la candidatura, al professor Amerigo Restucci, al professor Mauro Agnoletti, l’uomo del dossier vincente, all’Unpli e a tutte le associazioni che hanno creduto in questo progetto.

I valori che questo territorio sa esprimere, attraverso il suo paesaggio, sono il nostro patrimonio più grande – afferma Marina Montedoro, presidente dell’associazione per il patrimonio delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene -. Questo desideriamo celebrare oggi. Buon compleanno, Colline. In questo tempo certamente non facile a causa della pandemia, la nostra associazione, insieme a tutti gli attori del territorio e alle istituzioni, ha iniziato un percorso finalizzato alla tutela e valorizzazione del patrimonio inestimabile che abbiamo”.

“In questa fase di ripartenza dobbiamo concentrare le forze per assicurare la giusta visibilità internazionale ad un sito che va valorizzato in Italia e all’estero – continua Montedoro -. In questa direzione vanno i progetti sviluppati per promuovere un turismo slow e sostenibile, che valorizzi al contempo le ricchezze artistiche, culturali ed enogastronomiche che sono parte integrante di questo territorio. Un lavoro appena iniziato, ma che traccia il solco da seguire nei prossimi anni per regalare ai visitatori una esperienza unica nel suo genere”.

“Oggi – conclude la presidente – la sfida più importante che ci troviamo di fronte riguarda le nuove generazioni. Vogliamo lasciare loro, come eredità perpetua, i valori e le ricchezze di questo territorio, oltre alla consapevolezza del patrimonio che possiedono, perché saranno loro gli attori di domani e saranno loro a farlo crescere in tutto il suo potenziale”.

Auspico che si possa ripartire alla grande – aggiunge Mattia Perencin, sindaco di Farra di Soligo – ma c’è ancora molto lavoro da fare e ci attendono tante sfide per valorizzare al massimo questo sito. Viviamo in un luogo incantato e, oltre ai turisti, nell’ultimo periodo è proprio la popolazione locale ad aver riscoperto la bellezza di questo territorio. Dovrà crescere il senso di appartenenza dei cittadini e sarà fondamentale anche l’accoglienza del turista da parte della nostra gente”.

Tante belle sfide che vinceremo sicuramente – ha aggiunto Giuseppe Maset, sindaco di San Fior e membro del consiglio di amministrazione dell’associazione per il patrimonio delle colline Unesco -. Quella che più mi interessa è che la nostra gente sappia aprirsi al mondo in modo intelligente, testimoniando i valori umani che ci hanno sempre contraddistinto, in sintonia con la natura che ci circonda”.


(Foto: archivio Qdpnews.it).
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