Equo trattamento, maestra batte il Ministero in due tribunali. La Gilda degli insegnanti: “Ma dopo 4 anni attende ancora lo stipendio”

Maestra elementare trevigiana attende da quattro anni lo stipendio: la denuncia arriva direttamente dalla Gilda degli Insegnanti di Treviso. La donna era stata assunta il lunedì e licenziata il martedì per un intero anno scolastico, il 2018/19.

L’insegnante aveva sottoscritto con l’Istituto Comprensivo 3° di Conegliano un contratto di insegnamento part time di 11 ore che era stato interpretato in maniera, per usare un eufemismo, “fantasiosa” da parte della scuola” afferma, in una nota, la Gilda.

La docente, B. V., si era rivolta al sindacato per veder tutelato il suo diritto ad un equo trattamento economico, diritto peraltro sancito dal Giudice del lavoro del Tribunale di Treviso con sentenza n. 135 del 2021.

“Il Giudice del Lavoro le aveva dato pienamente ragione – prosegue il sindacato -, riconoscendole il servizio a part time al 50% per tutto l’anno scolastico sia ai fini della retribuzione che della carriera (punteggio), anziché i due giorni settimanali riconosciuti e pagati dalla scuola prima del ricorso. Per dare un’idea del danno subito, la docente aveva percepito la somma di 1578,80 euro per l’intero anno di lavoro anziché 8-9000 euro circa. Si sottolinea il “circa” poiché a tutt’oggi la scuola non ha ancora comunicato i conteggi, né tanto meno ha pagato il dovuto” continuano.

“Questo avviene nonostante l’insegnante, dopo quasi un anno di inutile attesa, si sia rivolta al Tribunale amministrativo regionale (in un ricorso contro il Ministero dell’Istruzione, non costituitosi in giudizio ndr) perché ordinasse all’amministrazione di eseguire la sentenza del Tribunale di Treviso. Il TAR ha accolto la richiesta e, con sentenza n. 280/2022, ordinato alla scuola e all’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto di provvedere, entro 90 giorni che sono ampiamente trascorsi. Nonostante i numerosi solleciti, la docente sta ancora aspettando la retribuzione per il lavoro svolto ben 4 anni fa” precisano dalla Gilda.

“Sono senza parole per l’indignazione – commenta Michela Gallina, coordinatrice trevigiana della Gilda degli Insegnanti -, non si riesce a capire il motivo per cui l’amministrazione non rispetti ben due sentenze passate in giudicato e quindi definitive, quando si tratterebbe semplicemente di fare il calcolo della retribuzione spettante in base al pronunciamento del Tribunale di Treviso e pagare alla nostra iscritta la differenza tra quello che ha già ricevuto e quanto ancora le spetta”.

“La vicenda è già balzata più volte agli onori della cronaca ma, nonostante lo scalpore generale sollevato, nulla si è ancora mosso, con l’aggravante dell’inflazione a rendere ulteriormente esiguo il valore della retribuzione mancante – conclude Gallina -. L’amministrazione dopo lo sfregio iniziale del mancato riconoscimento del valore del lavoro svolto dalla docente non si sta neanche preoccupando di risarcirla con tempestività. La situazione assume contorni surreali e paradossali se si considera che le spese dell’avvocato sono state invece prontamente liquidate, come ordinato dai giudici”.

La prima sezione del Tar del Veneto, nella sentenza pubblicata l’11 febbraio scorso, ha accolto il ricorso della maestra elementare e disposto “che il Ministero dell’Istruzione provveda a dare piena esecuzione alla sentenza del Tribunale di Treviso pubblicata il 15 aprile 2021, per la parte rimasta ineseguita, entro il termine di giorni 60, decorrenti dalla data di ricezione della comunicazione in via amministrativa della presente pronuncia o, se anteriore, dalla data di notificazione ad istanza di parte”.

Contestualmente, i giudici amministrativi veneziani hanno anche nominato un “commissario ad acta” in caso di “inutile decorso del termine di cui sopra”.

(Foto: web).
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