E’ arrivata in consiglio comunale a Conegliano lo scorso giovedì 26 luglio l’interpellanza presentata dal Movimento 5 Stelle relativa alla presenza di eternit sulle coperture delle ex fornaci Tomasi, situate tra via Giacomo Matteotti e viale Italia, lungo la statale 13 Pontebbana.
Nella loro richiesta i consiglieri pentastellati Massimo Bellotto e Alberto Ferraresi avevano interrogato l’amministrazione sui provvedimenti da prendere per sanare una zona potenzialmente dannosa per la salute pubblica dei cittadini (qui l’articolo). La risposta del sindaco di Conegliano Fabio Chies era poi arrivata puntuale (qui l’articolo) annunciando prima verifiche nell’area, poi assicurando l’invito ai proprietari di smantellare l’eternit dalle coperture.
La mappatura georeferenziata, tramite telerilevamento, ha così analizzato la probabilità di presenza di coperture in cemento amianto per l’intera area del territorio comunale. Lo studio, una volta ottenuti i dati, ha prodotto una mappa divisa in tre zone: una zona verde con bassa probabilità di presenza di copertura in cemento – amianto, una zona gialla con una moderata probabilità e, infine, una zona rossa con alta probabilità di presenza della copertura nociva.
Complessivamente, nelle 16.700 coperture esaminate su un’area di 36,38 chilometri quadrati sono stati catalogati come zona rossa 253 edifici, pari all’1,51 percento del totale. A ciò si aggiungono 101 edifici, una percentuale del 0,60 percento, catalogati come zona gialla a moderata probabilità di rischio e il restante 94,7 percento, corrispondenti ad edifici con una bassa probabilità di presenza di coperture dannose.
“Le zone potenzialmente pericolose sono state individuate – ha commentato il capogruppo del Movimento 5 Stelle di Conegliano, Alberto Ferraresi – ora con la segnalazione fatta in maniera ufficiale in consiglio comunale, che avrà quindi la precedenza sulle altre, nel corso dell’anno e in quello successivo dovranno intervenire per risolvere la situazione”.
(Fonte: Giada Fornasier © Qdpnews.it).
(Foto: it.wikipedia.org).
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