Diploma all’Itis “Galileo Galilei” di Conegliano e poi laurea in Ingegneria spaziale all’University of Southampton, in Regno Unito: è questo il profilo di Fabrizio Pisani, giovane di San Vendemiano che, con l’amico spagnolo Pedro Rodriguez Lopez, la scorsa primavera ha lanciato la startup Meta Futura, realtà attiva nel settore della mobilità satellitare che, di recente, ha aperto una sussidiaria anche nella stessa San Vendemiano.
Meta Futura si occupa di lanciare un metodo che assicuri una maggiore manovrabilità dei satelliti in orbita, sfruttando solo due propulsori, invece dei 16 normalmente richiesti.


Un meccanismo innovativo completamente stampato in 3D, che consente di produrre i componenti che prima erano impossibili da creare: un metodo utile a ridurre significativamente i tempi di consegna.
Lo sviluppo tradizionale di un satellite richiede infatti dai 12 ai 24 mesi, mentre il metodo Meta Futura consente un tempo di realizzazione di soli quattro mesi: il risultato è un satellite altamente manovrabile e completamente standardizzato, che può essere prodotto in serie.
Ma come è nata questa avventura imprenditoriale?
“Ho conosciuto Pedro, il mio socio, all’università in Inghilterra e abbiamo sempre voluto creare una startup di questo tipo – la premessa di Fabrizio Pisani – Ho avuto diverse esperienze lavorative, in Olanda e anche a Vittorio Veneto, poi con Pedro abbiamo iniziato a creare dei prototipi che potessero risolvere il problema dell’inefficienza della mobilità satellitare, grazie a dei fondi universitari. Il metodo è stato poi testato dall’Agenzia spaziale europea in Olanda”.


“Successivamente siamo stati coinvolti in un programma di accelerazione, della durata di 5 mesi”, ha spiegato Fabrizio, chiarendo che proprio a marzo 2024 ha quindi preso il proprio avvio questa startup in Inghilterra.
Poi la decisione di aprire lo scorso novembre anche un ufficio in Veneto, una sussidiaria a San Vendemiano, per lanciare anche da qui questa tecnologia. Una sede che di fatto si affianca a quella della holding a Oxford.
“Stiamo cercando di raccogliere 2,5 milioni di euro, utili alla costruzione di questi satelliti – ha proseguito Fabrizio Pisani – Vogliamo localizzare una produzione di satelliti e San Vendemiano, anche per la grande conoscenza che c’è del territorio: stiamo vagliando delle strutture”.
L’aver frequentato l’università all’estero può aver facilitato questo percorso? “Diciamo che c’è un metodo di insegnamento molto più pratico: fai molta più esperienza e gli investimenti iniziali dati dall’università ci hanno aiutato. Poi, sempre dentro all’università, esiste un vero e proprio incubatore di startup – ha aggiunto – Ho incontrato studenti italiani qui in Inghilterra, ma devo dire che ho incontrato molti professori italiani: ce ne sono tanti. Poi molti studenti magari frequentano la triennale in Italia e poi vanno all’estero per la magistrale”.
“Io sono stato fortunato, perché sono riuscito a iscrivermi qui in Inghilterra giusto qualche mese prima della Brexit e questo mi ha permesso di avere le stesse condizioni economiche degli studenti inglesi (per gli studenti stranieri che si sono iscritti dopo la Brexit, i costi sono invece divenuti elevati) – ha spiegato – Ai miei coetanei che vorrebbero fare il mio stesso percorso, dico che, secondo me, è importantissimo avere delle esperienze lavorative, meglio se in aziende più piccole, dove ti danno molte più responsabilità e più occasioni di imparare”.
“Poi si deve avere una certa propensione al rischio perché, in queste esperienze, di fatto devi mettere le mani in pasta con tutto (dalla tecnologia all’aspetto del business) – ha aggiunto – I nostri obiettivi sono in primis raccogliere a breve termine questo fondo di investimenti, perché sviluppare e lanciare questa tecnologia costa. Poi, entro fine 2026, vogliamo avere un team di venti persone e lanciare la nostra tecnologia in orbita”.
“Entro il 2030 l’obiettivo è quello di avere 10 satelliti in orbita e 100 dipendenti. Attualmente, oltre a me e al mio socio Pedro, lavora con noi una persona che si occupa di marketing, mentre ci appoggiamo a un team di advisor che offrono le loro competenze, ma in Italia ora stiamo assumendo due persone per l’area sviluppo e prodotto”, ha evidenziato.
Fabrizio Pisani ha però speso una riflessione in merito alla preparazione ricevuta alla superiori, lanciando un appello ai giovanissimi studenti delle scuole secondarie di primo grado, alle prese con il momento della scelta.
“L’aver frequentato un istituto tecnico mi ha aiutato moltissimo: di fatto il primo anno di università è stata una ripetizione di quanto avevo già affrontato all’Itis, dove c’erano docenti che avevano anche degli studi da ingegneri – ha affermato – Quindi, ai ragazzi che devono scegliere la scuola superiore, dico di non scartare a priori l’opzione dell’istituto tecnico. Mi ricordo che, quando mi trovavo di fronte alla scelta, sentivo dire che ‘se sei bravo vai al liceo’, ma ho provato che non è esattamente così e anche un tecnico dà una solida preparazione per il futuro”.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: per gentile concessione di Fabrizio Pisani)
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