Giornata della Memoria. Tra i nomi della comunità ebraica di Conegliano anche il nonno e il padre di Margherita Sarfatti

La pandemia non ha impedito lo svolgersi della commemorazione della Giornata della Memoria a Conegliano: il commissario prefettizio Antonello Roccoberton, i vertici delle Forze dell’Ordine e i rappresentanti delle associazioni del territorio si sono dati appuntamento in tarda mattinata in via Caronelli, per deporre una corona d’alloro sulla lapide che ricorda la presenza della comunità ebraica in quello che era il ghetto della città.

Una cerimonia silenziosa a cui, quest’anno, mancava solamente la presenza delle scolaresche nella via, a causa del divieto di assembramenti dettato dalle norme anti-Covid.

Una situazione che, tuttavia, non ha impedito alla sezione coneglianese dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) di condividere con enti, associazioni e con le scuole due video realizzati sulla Shoah, con la collaborazione delle compagnie teatrali Colonna Infame e Castello Errante, che saranno pubblicati sulle pagine social e sul sito del Comune di Conegliano: si tratta del filmato “L’albero di Anne”, dedicato ad Anna Frank, e di “Testimonianza di Alice”, dove Alice Geller narra la tragedia della deportazione vissuta dalla propria famiglia.

Un’occasione per ricordare il passato, a cui non sono mancati neppure alcuni cittadini appassionati di storia. “A Conegliano dovrebbero intitolare una strada a Giorgio Perlasca”, ha commentato uno di loro, riferendosi alla figura di colui che, fingendosi un console generale spagnolo, riuscì a salvare oltre 5 mila ebrei ungheresi.

La cerimonia è poi proseguita davanti al Monumento alla Resistenza di via Filzi, che conserva la terra del campo di concentramento di Auschwitz, posto al fianco della scuola media “Federico Grava”: in questo caso, gli alunni hanno potuto unirsi alla commemorazione dal cortile della scuola, per il rispetto dei distanziamenti.

Un momento di ricordo, senza troppe parole, al fianco di un istituto scolastico intitolato a un giovane 22enne, deceduto nel campo di concentramento di Mauthausen, a pochi mesi dalla fine della Seconda Guerra mondiale: il coneglianese Federico Grava era uno studente di Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, poi divenuto partigiano e arrestato dalle SS il 3 gennaio 1945. Per ricordarlo, nel 1947 gli venne conferita la laurea ad honorem dalla Cattolica, mentre l’anno successivo gli fu intitolata la scuola media.

La comunità ebraica di Conegliano ha visto figure come l’insegnante e storico Adolfo Vital, il patriota e ingegnere Angelo Fuchs, l’economista Marco Fanno, che da il nome a un istituto superiore, e il fratello Gino Girolamo, fino a Marco Grassini, ex sindaco di Conegliano, e Laudadio, detto Amedeo, Grassini, ex primo cittadino di San Fior.

Marco Grassini, era il nonno di Margherita Sarfatti, scrittrice e critico d’arte, ai suoi tempi divenuta nota anche per la relazione intrecciata con Benito Mussolini.

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Grassini era nato a Conegliano nel 1816 e aveva fatto parte del Comitato provinciale di Venezia nei mesi della Repubblica di San Marco: dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia divenne consigliere comunale, assessore e poi sindaco di Conegliano (prima dal 1870 al 1877 e successivamente tra il 1882 e il 1883), ruolo che gli consentì di contribuire all’apertura della Scuola enologica e dell’ospedale cittadino, per poi diventare consigliere della provincia di Treviso.

Una carriera politica seguita anche dal figlio Amedeo Grassini, padre di Margherita Sarfatti, nato a Conegliano nel 1848 e divenuto prima sindaco di San Fior, poi consigliere comunale a Venezia, città dove fu presidente del Monte di Pietà: amico del patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X, era stato il fondatore della prima società di vaporetti di Venezia e aveva costituito un gruppo finanziario in grado di trasformare il Lido in località turistica.

La madre di Margherita Sarfatti, Emma Levi, era invece la cugina di Giuseppe Levi, padre della scrittrice Natalia Ginzburg.

Da ricordare anche Giuseppe Luzzatti che, sebbene fosse nato a Venezia, era stato sindaco e podestà di San Vendemiano dal 1923 al 1930 ed era il nipote di Luigi Luzzatti, economista e più volte ministro. Giuseppe Luzzatti morì nel 1944 nel campo di concentramento di Auschwitz.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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