Giro del mondo in Vespa: nuova tappa passando per il Pakistan in direzione dell’India. Gianluca Pellegrinelli: “Ben 1.600 chilometri scortato dalla Polizia”

Nuova tappa del viaggio attorno al mondo in Vespa del coneglianese Gianluca Pellegrinelli: tutto era iniziato con la partenza dello scorso 7 maggio per questa nuova avventura (qui l’articolo), che è giunta a una nuova tappa, toccando i territori del Pakistan, fino a entrare nei confini dell’India.

Un viaggio in Pakistan per nulla semplice, come il professionista ha annotato sia sui propri profili social che sul suo diario virtuale (vespup.com): ben 1.600 chilometri percorsi scortato dalla Polizia, con il cambio di 63 pattuglie di scorta.

Un percorso che ha visto inoltre diverse problematiche e imprevisti di natura pratica, tra tempeste di sabbia, il susseguirsi dei controlli del passaporto ai posti di blocco, passaggi obbligati nei pick up della Polizia, “strade dissestate” con la guida a sinistra, rotture alla Vespa a causa del caldo e di benzina di non primissima qualità: “Ci sono dei momenti nei quali devo fermarmi solo per capire dove sono, – ha annotato Pellegrinelli – anche perché chi viene in senso opposto spesso viaggia nella mia stessa carreggiata“.

“Davvero complicato muoversi qui in Pakistan”, è stata l’osservazione del vespista coneglianese, il quale non ha nascosto che, il fatto che la Polizia abbia dettato il ritmo del viaggio, non solo non ha dato la possibilità al viaggiatore di fermarsi anche solo per ammirare il paesaggio circostante, ma l’itinerario pensato inizialmente è stato irrimediabilmente influenzato.

Allo stesso tempo, però, la presenza della scorta ha consentito a Pellegrinelli di risolvere alcune problematiche del momento, come ad esempio la ricerca di alloggio: il Vespista ha “soggiornato” addirittura nello stesso Comando di Polizia, dove gli agenti “sono gentili e curiosi” e chiedono molto dell’Italia, come da lui stesso narrato.

“Tutti i poliziotti si attivano per darmi ogni confort possibile, – ha raccontato il vespista – compatibilmente con le possibilità: mi danno da mangiare un piatto con qualcosa di simile a delle piadine tagliate insieme a uno spezzatino, ovviamente senza posate”.

“Entro finalmente e ufficialmente in Pakistan nel primo pomeriggio, – aveva scritto fin dallo scorso 10 giugno – ma devo pernottare nella stazione di Polizia, per aspettare la mattina seguente e partire insieme alla scorta”.

Un viaggio, pertanto, quello in Pakistan, dove sono emerse le diverse difficoltà vissute dal coneglianese, derivanti da un altro tipo di cultura, abitudini e di burocrazia, ma che ha visto anche la ricchezza dei vari incontri avuti, come ad esempio con un rappresentante del Vespa Club Pakistan. Un percorso durante il quale Gianluca Pellegrinelli non ha negato di aver preso coscienza delle “enormi difficoltà del guidare in queste città, soprattutto con una Vespa carica”.

“La mia credo, o spero, non sia stata una esperienza rappresentativa della realtà, però io ho fatto molta fatica e ho vissuto molto male questo Paese – ha aggiunto il viaggiatore – Non ho potuto fermarmi a guardarlo, cercando di coglierne le caratteristiche e le bellezze. Il mio ricordo è questo: gente molto gentile, generosa e disponibile, anche la Polizia, alcune parti naturalisticamente molto belle. Tanta povertà, tanta sporcizia, tanto traffico e strade pessime“.

Un’esperienza che ha dato spazio a un nuovo capitolo, appena iniziato, di questo diario di viaggio, ovvero l’entrata nel confine con l’India, anche qui “inaugurato” da tre ore di burocrazia.

Un diario di viaggio, pertanto, che è anche un ricordo di esperienza vissuta tra i vari confini del mondo.

(Foto: Facebook – Gianluca Pellegrinelli).
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