“Il Covid esiste, l’ho provato sulla mia pelle”: il racconto di Claudio De Luca, presidente del Team Conegliano Volley

Contro scettici e negazionisti del momento, c’è la forza della vicenda di Claudio De Luca, presidente del Team Conegliano Volley, a mettere in luce quanto il Covid-19 purtroppo non sia una malattia paragonabile a una banale influenza.

Lo stesso De Luca, 48 anni e da sempre amante dello sport, aveva deciso in questi mesi di dire ‘stop’ ad aperitivi e cene, uno ‘stop’ dettato anche agli allenamenti della sua squadra in Zoppas Arena, per salvaguardare la salute di tutti. Nonostante ciò, il Covid-19 l’ha colpito lo stesso.

Tutto è iniziato con dei problemi respiratori che hanno costretto Claudio De Luca a rivolgersi alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Conegliano: problematiche che parevano non avere nulla a che vedere con il Covid, pertanto De Luca è stato rimandato a casa con una terapia medica da seguire per risolvere il problema.

Ma solo due giorni dopo la crisi respiratoria si è ripresentata e ben più forte della prima: immediata la chiamata al 118 da parte della moglie e il trasporto in ospedale. De Luca è stato quindi trasferito al Covid hospital di Vittorio Veneto e lì sono iniziati 12 giorni di calvario.

“Ho visto la morte in faccia – ha dichiarato De Luca – Sono ancora positivo al Covid-19 ed entro la fine della settimana farò un altro tampone, ma mi ritengo un graziato: da pochi giorni sono ritornato a casa per proseguire il percorso di guarigione in quarantena. Ho ripreso a mangiare rispetto a prima: in 12 giorni ho perso 14 chili e non riuscivo a stare in piedi, dovevo essere sempre aiutato da almeno due persone, perché il virus ti infonde dentro una stanchezza che è micidiale“.

“Un’esperienza bruttissima, io ormai avevo salutato tutti perché pensavo di non farcela. – ha spiegato Claudio De Luca senza trattenere la propria commozione – Sono stato intubato con dell’ossigeno caldo, ho avuto diverse problematiche: quando mi veniva somministrato il cortisone, usato per la terapia, mi salivano i livelli di glicemia. Non trovavano le vene, perché il Covid provoca anche questo. Il Covid ti mangia i polmoni, ti distrugge fisicamente“.

“Il Covid esiste, non dite che è una strumentalizzazione o una banale influenza, perché io l’ho provato sulla mia pelle e lo ripeto: ho visto la morte in faccia. – ha ripetuto il presidente del Team Conegliano Volley – Ancora mi commuovo ripensando alla vicinanza di medici e infermiere, che mi ricordavano che a casa c’erano una moglie e delle figlie per cui dovevo lottare. Di notte, ancora rivivo quanto ho vissuto nel reparto di pneumologia di Vittorio Veneto: ringrazio il primario Paolo Lucernoni e tutto il suo staff, per la loro professionalità e umanità. Mi hanno salvato la vita”.

Un’esperienza forte, che fa cambiare quella che è la visione della vita e del proprio quotidiano, come ha spiegato lo stesso De Luca: “Capisci che nella vita non c’è soltanto il lavoro, la velocità, i soldi, le feste e le ferie. Vedo la vita diversamente e non vedo l’ora di poter ridare un abbraccio alla mia famiglia”.

E proprio alla luce di quello che ha vissuto e di una partita che non ha ancora completamente vinto, Claudio De Luca ha spiegato quanto possano fare male le immagini di chi trasgredisce le regole o le parole di chi minimizza la situazione, riducendo la pandemia a un complotto politico o a un disturbo stagionale.

Manca l’educazione. Vale la pena rischiare la salute per bere uno spritz? Ci sono infermiere, anche giovanissime, costrette ad assistere persone che stanno perdendo la vita: io le ho viste queste cose – ha proseguito – Può sembrare banale, ma sono degli angeli, perché ti danno la forza di non mollare e lo fanno con perseveranza. Sono angeli tutti coloro che stanno lavorando per far sì che la gente sappia cosa sta succedendo, per potersi cautelare: medici, infermieri, giornalisti”.

“Purtroppo il Covid esiste e può colpirti quando meno te lo aspetti. Non fate assembramenti, siate prudenti – è l’appello accorato di Claudio De Luca – Io, lo ripeto, sono un graziato: quando lo potrò fare, vorrei donare il plasma, per aiutare qualcun’altro e per ricambiare la fortuna che ho avuto“.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati