In vista della Giornata della Memoria, a Conegliano è stata inaugurata una particolare mostra di illustrazioni, negli spazi della Galleria del Novecento a palazzo Sarcinelli.
Mostra intitolata “Il volo di Angelo”, che narra l’odissea vissuta dal pittore trevigiano Angelo Gatto tra i lager nazisti.
Pluripremiato pittore e mosaicista (deceduto nel 2018), Angelo Gatto negli ultimi anni si era concentrato nell’attività di testimoniare quanto vissuto da internato militare italiano, dopo l’8 settembre 1943: 20 mesi di prigionia tra i campi di Sanbostel e Fallingbostel, culminati nella detenzione nel lager di Bergen Belsen.
Un destino condiviso con 427 compagni, di cui si salveranno poco più di 200.
Un periodo terribile, del quale neppure i famigliari sono a conoscenza nella totalità delle cose accadute.
Un vissuto che il figlio Alessandro Gatto, pittore e illustratore con prestigiosi premi internazionali ottenuti durante la sua carriera, ha voluto raccontare, portando avanti l’impegno del padre nel dare testimonianza degli anni più cupi della Storia.
“È la vicenda di Angelo Gatto, mio padre, della sua deportazione nei lager nazisti, dei patimenti e, soprattutto, del suo contatto quotidiano con la morte, che ha segnato inevitabilmente la sua esistenza, come quella della sua famiglia – ha spiegato il figlio Alessandro – Giovane allievo ufficiale d’Aeronautica, Angelo venne catturato dai tedeschi l’8 settembre 1943, per essere deportato nei lager nazisti. Attenzione: non come prigioniero di guerra (Angelo, infatti, non aveva mai combattuto), bensì come internato militare”.
Un destino tragico da cui riuscì a salvarsi grazie al proprio talento: saper disegnare. Angelo Gatto barattò infatti i suoi ritratti con la vita e, nell’ottobre 1945, tornò a casa sua, a Treviso.
“Solo da adulto ho conosciuto i fatti terribili accaduti a mio padre nei due anni trascorsi in Germania – ha raccontato il figlio – Un viaggio molto più doloroso di quello di Dante nei gironi dell’Inferno. Quando ho capito che papà ci stava lasciando, e non avrebbe più raccontato la sua immane esperienza, ho deciso che avrei fatto ciò che potevo, affinché l’oblio non avesse la meglio”.
Da lì la realizzazione di una serie di tavole a colori, in mostra fino al 26 febbraio al Sarcinelli (il giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30), grazie alla collaborazione tra la città di Conegliano e il Centro Coneglianese di Storia e Archeologia.
Una mostra itinerante, che è anche un volume pubblicato da Silvana editoriale con i testi di Marco Ballestracci (in abbinamento alle illustrazioni di Alessandro Gatto), i cui scritti compongono anche un racconto teatrale.
Un progetto per non dimenticare ciò che è stato, riflettendo su presente e futuro.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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