Oggi, domenica 3 settembre, le strade di Conegliano si sono animate ancora una volta per la 23esima edizione della Festa delle Associazioni e del volontariato che quest’anno prende il nome di “CentriAmo Conegliano”. Un evento che ha coinvolto circa centocinquanta associazioni impegnate nella promozione delle loro attività alla cittadinanza. Occupati da stand viale Carducci, corso Mazzini, corso Vittorio Emanuele e via XX settembre, senza dimenticare piazza Cima e la Scalinata degli Alpini.
La Festa delle associazioni, da anni diventata ormai una piacevole tradizione, fa emergere un panorama di una città che offre ai suoi cittadini un’ampia e variegata gamma di proposte per Conegliano e dintorni durante l’anno.
Gli stand messi a disposizione coinvolgono i più disparati campi: dallo sport alla musica, alla combattentistica fino alle associazioni sociali e di volontariato.
Ad inaugurare la giornata sono state le voci bianche del coro dell’Officina Vocale, dopo il saluto del sindaco e dell’amministrazione comunale. L’importanza nel canto nella crescita del bambino la spiega una delle loro insegnanti: “Il canto aiuta perché fa tirare fuori le proprie emozioni, il cantare è una cosa che espone, la tua voce viene da dentro, il canto tira fuori sé stessi”, e a proposito della particolarità del cantare in coro: “Richiede tanto ascolto”.
Presente anche Admo, l’associazione donatori midollo osseo, a ribadire l’importanza di sensibilizzare giovani tra i 18 a 35 anni per una scelta consapevole. “Siamo comunque molto soddisfatti, vediamo tanta sensibilità per il tema anche nei ragazzi”, afferma una volontaria, aggiungendo poi come la risposta in Veneto sia molto positiva: “Abbiamo dei numeri eccellenti, siamo la seconda regione per iscritti al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo (IBMDR) dopo l’Emilia Romagna. Nel 2022 abbiamo fatto un terzo dei trapianti di tutta italia”.
In viale Carducci, tra un’associazione di volontariato e un’altra, c’è poi la sezione Bersaglieri di Conegliano, “in memoria dei nostri nonni che hanno fatto la guerra”. Il loro è un appello alle nuove generazioni, per rispettare “le cose di una volta”, facendo riferimento in particolare ai monumenti del ricordo che spesso si trovano danneggiate. “Il cervello deve andare avanti, non indietro!”, è la chiosa finale.
La maggior parte delle associazioni sportive si sono divise tra via Colombo e piazza Calvi, quest’ultima riempita in gran parte da società di combattimento e arti marziali. Cosa insegna il karate lo spiega il sensei della Shito Ryu Karate: “Il karatè insegna la disciplina, regole, comportamento, rispetto di sé e degli altri”. E rispetto al fantomatico dubbio, è giusto dire karate o karatè? “Si apre un dibattito, la pronuncia originale giapponese mette sempre l’accento alla fine, ma per un grosso periodo è stato chiamato karate per via della lettura dell’ideogramma. Non è sbagliato nessuno dei due modi, ecco. Più propriamente anzi bisognerebbe dire karate-do, cioè via del karate, significato che meglio si addice a una disciplina come questa in costante evoluzione”.
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