Inaugurata “Una stanza tutta per sé” al Commissariato di Polizia: un’aula per aiutare le donne in difficoltà in ricordo di Irina Bacal, vittima di femminicidio

Inaugurata ieri “Una stanza tutta per sé” al commissariato di Pubblica sicurezza di via Maggior Piovesana: si tratta di un’aula per le audizioni protette, rivolta a donne, minori e soggetti fragili vittime di violenza, che possano trovare aiuto in un ambiente ad hoc.

Lo spazio, che rientra nel progetto nazionale promosso dal Soroptimist Club, è stato intitolato a Irina Bacal, uccisa nel 2017 dal fidanzato: la giovane, all’epoca dei fatti, aveva solo vent’anni e si trovava al settimo mese di gravidanza. A ricordare la figlia c’era ieri la mamma, in questa cerimonia particolare, organizzata proprio alla vigilia del 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne.

“Questo luogo sarà un porto sicuro per tutte le donne che hanno bisogno di un rifugio – ha detto la madre di Irina -. Lì ogni donna potrà trovare un volto amico, dove ogni richiesta sarà ascoltata. Uscire dalla violenza è difficile, ma insieme si può”.

In serata, proprio per ricordare questa triste ricorrenza, il commissariato (come altri luoghi pubblici) è stato illuminato di arancione, colore simbolo del 25 novembre.

A promuovere questa iniziativa è stato il club Soroptimist Conegliano – Vittorio Veneto, in collaborazione con la Polizia di Stato: un club che di recente ha festeggiato i suoi 40 anni ed è presieduto da Lucia Casagrande.

Oltre ad alcune socie, il club era rappresentato dalle past president Federica Della Libera e Patrizia Chiamulera, assieme all’attuale vicepresidente Giovanna Casellato: “Desideriamo che il nome di Irina rimanga nei nostri cuori e far capire alle donne che esiste una rete di supporto” hanno detto.

Una cerimonia molto sentita, oltre che partecipata: presente il commissario della Polizia di Stato Vincenzo Zonno, il maggiore dei Carabinieri Fabio Di Rezze, il comandante della Polizia locale Claudio Mallamace, rappresentanti della Guardia di Finanza, della Protezione civile e dell’azienda sanitaria Ulss 2.

Presente anche il vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, il questore e il prefetto di Treviso, rispettivamente Manuela De Bernardin e Angelo Sidoti, assieme al sindaco di Conegliano Fabio Chies, ai primi cittadini di San Fior e Cappella Maggiore, Giuseppe Maset e Mariarosa Barazza. Alla cerimonia erano inoltre presenti Antonella Caldart e Gaia Maschio, entrambe assessore al Sociale per le amministrazioni di Vittorio Veneto e Conegliano, e non sono mancati neppure i rappresentanti del Rotary Club di Conegliano e dell’Inner Wheel Conegliano – Vittorio Veneto.

Aiutare le donne vittime di violenza a intraprendere un percorso di scelta è il concetto esposto dal questore De Bernardin, la quale ha evidenziato il ruolo centrale svolto dai Centri antiviolenza in questo scenario, ricordando che la violenza purtroppo coinvolge anche i minori e i soggetti fragili.

“Un ambiente più accogliente rende più semplice raccontare i fatti, tenendo conto che per i minori è più complicato aprirsi – ha affermato il prefetto Sidoti -. Purtroppo c’è un aumento delle denunce: da un lato ciò fa pensare che bisogna fare di più, ma dall’altro che c’è maggiore sensibilità sulla questione. Per quanto riguarda inoltre la violenza dei figli contro i genitori, in generale c’è un malessere tra giovani e adolescenti, che in alcuni casi sfocia in maniera negativa: si deve riflettere su un fenomeno emerso specialmente negli ultimi tempi”.

Il sindaco Chies ha ringraziato il club Soroptimist, evidenziando la necessità di lavorare molto sulla prevenzione, “per far capire che esiste un’altra vita possibile”. “Si tratta di un momento importante e fortemente voluto – è stato il commento del commissario Zonno -. Per noi è un onore e una grossa responsabilità. La situazione generale della violenza di genere, nel nostro territorio, non è né peggiorata né migliorata, ma non sono poche le denunce che riceviamo”.

Oltre al taglio del nastro, è stata scoperta la targa che ricorda l’intitolazione della stanza (completa di giochi per i figlioletti delle vittime) a Irina Bacal, per non dimenticare lei e le tante donne che, purtroppo, ancora oggi continuano a soffrire.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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