“Io, sacerdote a Bahia per 28 comunità”. Don Marco e i “suoi” ragazzi brasiliani ospiti in diocesi

“Io, sacerdote a Bahia per 28 comunità”. Don Marco e i “suoi” ragazzi brasiliani ospiti in diocesi

Don Marco Dal Magro, il vescovo monsignor Armando Bucciol e un bel gruppo di giovani brasiliani e italiani: è questo il volto della Chiesa missionaria e universale che si è potuto vedere e toccare con mano nella serata di lunedì 4 settembre nel partecipato incontro di testimonianza nella chiesa parrocchiale di Parè di Conegliano.

La Chiesa brasiliana della Diocesi di Livramento de Nossa Senhora e quella italiana di Vittorio Veneto, già unite dalla figura del vescovo Armando Bucciol, di Motta di Livenza, hanno rafforzato la propria sintonia dal 2019, quando don Marco Dal Magro, originario di Belluno e all’epoca in servizio a Parè, fu destinato all’opera missionaria, e arrivò in Italia don Nicivaldo De Oliveira Evangelista, oggi parroco nell’Opitergino.

E non è tutto: in questi giorni, dieci brasiliani delle comunità di don Marco sono ospitati nel Coneglianese per un progetto di interscambio tra giovani iniziato l’anno scorso, con il viaggio missionario della diocesi vittoriese in Brasile, e che ora vede i ragazzi della terra carioca vivere un’esperienza di quotidianità, cultura e fede per loro assolutamente inedita – essendo non abituati a viaggiare, anche per una questione economica – insieme ad altri diocesani.

Comunità molto diverse, da vari punti di vista. Lo ha raccontato bene don Dal Magro, che in Brasile è sacerdote di ben 28 comunità: “Faccio riferimento alla sede di una parrocchia, ma poi mi muovo molto per poter arrivare vicino alle persone. Lì le realtà cristiane sono molto distanti tra loro, anche 40 chilometri, e si estendono in un territorio ampio quasi come quello della diocesi di Vittorio Veneto: per questo la messa domenicale può essere celebrata in ogni comunità una volta al mese, e diventa occasione anche per fare il punto sulla situazione della parrocchia”.

“È bello vedere – ha aggiunto don Marco, arrivato nello stato brasiliano di Bahia poco prima dello scoppio della pandemia – che le comunità stanno crescendo, come pure la realtà giovanile: la maggior parte dei ragazzi di questo gruppo è della città, ma alcuni di loro arrivano da parrocchie anche molto distanti”.

“In Brasile si percepisce la bellezza di una Chiesa giovane, cresciuta con il laicato protagonista – ha commentato il vescovo Bucciol, che è stato missionario per 32 anni e solo di recente si è congedato per raggiunti limiti di età -: questa terra sta scrivendo una bella pagina di Chiesa gioiosa ed entusiasta. Nelle comunità c’è una dinamica molto diversa da qui, perché il sacerdote si dedica maggiormente al suo ministero, anche perché deve spostarsi spesso, mentre i fedeli sono molto impegnati in tutto ciò che riguarda la pastorale, la liturgia, i canti e il catechismo“.

Durante la serata sono intervenuti anche i giovani brasiliani, per raccontare la loro esperienza di questi giorni: “È molto diverso dalle mie aspettative – ha detto una di loro -: abbiamo notato un grande calore e una gentilissima accoglienza da parte degli italiani. È bello poter conoscere nuove persone e condividere tanti momenti di incontro”.

“Sono rimasta incantata dal paesaggio – ha precisato un’altra -: in Brasile è tutto secco, mentre qui c’è molto verde, ben tenuto e curato”. “Noi siamo abituati sempre agli stessi pochi alimenti – ha aggiunto un altro -: qui si cucina bene e il cibo è davvero buono”.

“Abbiamo percepito pochi giovani nelle celebrazioni” ha osservato un altro, seguito dall’intervento di una ragazza che ha espresso la speranza “di avere la forza di trasmettere quanto vissuto qui”.

In questi primi giorni di interscambio, i giovani brasiliani, molto devoti a Sant’Antonio, hanno visitato Padova, e poi Canale d’Agordo e la casa natale di Albino Luciani. Sono stati inoltre a Sant’Antonio Tortal, comunità di origine di don Marco, quindi a Trichiana e Lentiai.

La serata – che ha visto la presenza tra gli altri di don Paolo Salatin, ringraziato con un dono per la cordiale accoglienza, don Francesco Rebuli, don Lorenzo Barbieri (Pastorale giovanile) e don Gabriele Pancotto – è stata moderata da Mariagrazia Salmaso, direttrice del Centro Missionario diocesano, che ha sottolineato come “l’esperienza di don Marco e di questo bel gruppo di giovani rappresenti un modo per ricordarci che la nostra Chiesa è davvero universale”.

Certo, una Chiesa universale, capace di esprimere amicizia, solidarietà, affetto e tanto bene, in modo particolare al missionario don Marco, che i giovani e tutti i presenti hanno salutato con un caloroso applauso, di profonda stima, amicizia e gratitudine per la sua persona e per la preziosa opera che svolge come uomo e sacerdote.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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