La cardiologia di Conegliano incrementa la sua attività in controtendenza nazionale con il 12% in più di interventi

La cardiologia di Conegliano ha incrementato del 12,4% gli interventi di aritmologia e cardiostimolazione nel 2020 rispetto al 2019, nonostante la pandemia.

“La nostra unità operativa – sottolinea il primario, Roberto Mantovan – ha fattivamente collaborato, durante tutto il periodo di emergenza Covid, con la terapia intensiva di Conegliano e Vittorio Veneto e la degenza internistica dei reparti medici occupati dai pazienti Covid. Ora supportiamo attivamente il piano vaccinale. Nonostante questo impegno sul fronte Covid abbiamo mantenuto attivi tutti gli ambulatori cardiologici per i pazienti critici e, con notevole sforzo, abbiamo cercato di mantenere l’attività interventistica per i pazienti critici e fortemente sintomatici che, in particolare per l’aritmologia interventistica, erano in lista d’attesa”.

I risultati sono molto lusinghieri con l’evidenza di un incremento del +5.5% delle procedure ablative, (con oltre il 15% di attrazione extraregionale) e un +18 % delle procedure di cardiostimolazione. Sono dati in netta controtendenza nazionale, panorama nel quale si sono verificati in molti casi cali di oltre il 20%.

“Questi dati – prosegue il dottor Mantovan – sono verosimilmente determinati da un incremento della richiesta di procedura aritmologiche, in particolare di ablazione della fibrillazione atriale grazie alla qualità dell’offerta dell’Ulss 2 e di una particolare specializzazione presso il nostro Centro. In Italia si eseguono meno della metà delle procedure ablative per milione di abitante della Francia e della Germania. La nostra Ulss fa eccezione in tal senso avendo focalizzato alcune attività specifiche in centri super-specialistici, offrendo una risposta adeguata alle richieste di salute dei pazienti”.

“Al dr Mantovan e alla sua équipe – il commento del direttore generale, Francesco Benazzi – va un sentito ringraziamento per l’impegno profuso e i risultati conseguiti, in un periodo estremamente complesso per tutti i nostri operatori e le nostre strutture”.

(Foto: Ulss 2).
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