Che ruolo gioca la finanza nella costruzione di un futuro più sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che sociale? E che potere ha il piccolo investitore, attraverso le proprie scelte finanziarie, di contribuire a questo processo di transizione? Sono alcuni degli argomenti emersi ieri sera, martedì, all’incontro “L’etica negli investimenti” svoltosi al Teatro Toniolo di Conegliano: l’evento ha coronato il ciclo di appuntamenti dedicati all’educazione finanziaria promosso da Banca Prealpi SanBiagio.
“Quello dell’educazione finanziaria è un tema a cui teniamo molto – ha sottolineato da Stefano Morini, Responsabile Direzione Finanza Retail Banca Prealpi SanBiagio introducendo la serata – L’obiettivo di questi incontri non è tanto ‘vendere un prodotto’ bensì aiutare le persone ad acquisire consapevolezza sui propri investimenti e sfatare alcuni falsi miti sulla finanza etica: coniugare il concetto di etica e sostenibilità con quello di profitto è possibile e lo testimoniato gli esempi portati dai nostri relatori”.
Nel corso della serata Gianluca Filippi, Responsabile del Servizio Finanza e Assicurazione di Cassa Centrale Banca e Massimo Baggiani, gestore del fondo NEF Ethical Global Trends SDG, sono partiti dal concetto di finanza sostenibile per illustrare al pubblico come si costruisce un portafoglio di investimenti etico.
“Gli italiani da sempre sono dei grandi risparmiatori e quindi anche degli investitori importanti – ha sottolineato Filippi – Nell’ambito degli investimenti si sta puntando sempre di più sulla finanza sostenibile, da una parte perché la normativa europea è sempre più orientata a sviluppare questo tipo di mercato, e dall’altra perché la sensibilità degli investitori e dei clienti sul tema della sostenibilità sta crescendo”.
“Sostenibilità – spiega Filippi – si declina anche in ambito sociale per tutto quello che concerne ad esempio l’occupazione femminile e la parità di genere e in particolar modo l’impatto che tutto questo ha sulla governance delle aziende che calato in strumenti finanziari orienta le scelte degli investitori che hanno il potere di accelerare il percorso di transizione verso un mondo effettivamente più sostenibile”.
“Un fondo etico integra elementi etici nell’analisi dei titoli e nelle scelte del portafoglio – ha spiegato Massimo Baggiani – Quello dei fondi etici è un tema molto attuale sollevato da più istituzioni negli ultimi anni per fare fronte all’esigenza comune di costruire un mondo etico e più sostenibile. Il tema del riscaldamento climatico in particolare ha innescato questa ‘ondata’ che però la finanza non ha interpretato a mio avviso in modo adeguato privilegiando obiettivi di profitto e di marketing più che realmente chiedersi cosa potesse fare in questo senso”.
L’interesse per la finanza sostenibile cresce e lo fa in linea con i Sustainable Development Goals (SDG) ovvero gli obiettivi di sviluppo sostenibile costituiti in 17 punti dall’ONU nel 2015, con un orizzonte che arriva fino al 2030. Come spiegato da Filippi, ad oggi la cifra di investimenti sostenibili e responsabili ammonta a circa 35 mila miliardi di dollari. Una cifra enorme (ma che punta a crescere ulteriormente) che dà la misura di quanto il mondo della finanza abbia potere nell’accelerare il percorso di transizione ecologica.
Ciò che distingue la finanza sostenibile da quella tradizionale è l’obiettivo che si pone quest’ultima di “contemperare il beneficio di tutti i portatori di interesse (stakeholders) e non solo del singolo azionista”. Le tre dimensioni per controllare e misurare il livello di sostenibilità di un’impresa o di un’organizzazione e di cui deve tenere conto un azionista, sono sintetizzate dall’acronimo ESG – Enviromental, Social e Governance. Tenerne conto nei propri investimenti assicura una minore esposizione al rischio e migliora le prospettive di ritorno economico. La finanza sostenibile oggi spiana nuove strade in ambito finanziario e diviene sinonimo di investimenti “sani e sicuri che possono rendere tanto quanto la finanza tradizionale”.
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