La nuova sfida letteraria di Orefice “parla marocchino”: il suo è il primo libro su Casablanca scritto da un italiano

“Casablanca, ritratto di città” (per i tipi di Take Off edizioni) è il titolo del nuovo libro di Mario Anton Orefice, giornalista, caporedattore della rivista Charta e autore di diversi libri tra i quali si segnalano “Una città rubata” (2017), “Venezia un mondo intero” (2016), “Quando il cuore si ferma” (2014), “Morsi di libri e luoghi” (2013) e “Paolo Portoghesi, un’intervista” (2011).

Attento osservatore delle vicende dell’Alta Marca Trevigiana, l’autore non ha mai nascosto la sua passione per le culture lontane che si estrinseca in una ricerca continua e in un approfondimento attento di tutto quello che succede nel mondo, senza dimenticare le sue esperienze di volontariato, l’interesse per le cucine esotiche e gli incontri/confronti con chi proviene da questi luoghi.

Questa volta Orefice ci offre uno spaccato di una grande città portuale e di un importante polo commerciale del Marocco, una nazione che, prima dell’emergenza Covid, stava mostrando segni confortanti di crescita oltre all’entusiasmo per un “riscatto sociale” al quale il popolo marocchino lavora da anni.

All’inizio del libro l’autore si domanda come si possa raccontare correttamente una città, spiegando il suo primo impatto con Casablanca che all’apparenza può sembrare una grande periferia.

“Non esiste il centro a Casablanca – scrive l’autore -, ma corridoi squilibranti lungo i quali si aprono delle porte, ti puoi ritrovare in un ascensore che non funziona come in una raffinata choco-laterie, in una fogna o in un bicchiere di cristallo, questa città è un ipercondominio alla Perec, ogni quartiere è una vita da raccontare con i suoi souvenir, il suo album di fotografie, i suoi centri culturali, le sue biblioteche, i panifici profumati, i bar con le spremute fresche di arancio, mango, banana, i negozietti all inclusive, i venditori ambulanti di dolci e sigarette”.

Nel ritratto di Casablanca non manca la descrizione della sua parte più antica e dei locali storici, come il vecchio panificio pasticceria, che custodiscono la memoria di una città “che vuole fare l’americana” e che rincorre la modernità insieme ai suoi contrasti.

Ci sono anche le storie dei cittadini italiani che hanno eletto la città marocchina come luogo ideale per la loro crescita professionale, ma anche altre tracce del nostro Paese grazie all’impronta lasciata dagli architetti italiani che hanno contribuito a dare un volto europeo a Casablanca.

Nell’opera si racconta la multiforme identità di Casablanca che colpisce anche per gli straordinari laboratori artistici e culturali dedicati ai giovani oltre alle associazioni che si prendono cura delle donne, dei ragazzi di strada e dei minori sfruttati.

Per l’autore Casablanca è una città che sorprende sempre, in cui un abbraccio non manca mai e dove un “bienvenue” c’è sempre.
“La città è sorprendente e caotica come Napoli – spiega ancora – e, anche se si trova sull’Oceano, Casablanca è Mediterraneo nella sua anima più bella. Dopo il primo viaggio del 2017, ne sono nati altri oltre alla voglia di dedicare un libro a questa città straordinaria come è avvenuto per Venezia con la differenza che per la città lagunare sono già state scritte biblioteche intere, mentre questo è il primo libro su Casablanca scritto da un italiano”.

In un momento in cui le restrizioni legate alla pandemia del Covid ci hanno “chiuso” dentro i nostri confini comunali, regionali e nazionali, “Casablanca, ritratto di città” aiuta a sognare di poter tornare a viaggiare ancora quando il Coronavirus sarà soltanto un lontano ricordo.

Il libro è in vendita da oggi nella libreria “Tralerighe” in Corte delle Rose a Conegliano.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati