Ha fatto molto discutere la questione del Prošek, il tipico vino da dessert croato che ha ricevuto dall’Unione europea l’autorizzazione a impiegare un marchio così discutibile, che potrebbe potenzialmente creare confusione sul mercato europeo.
Il vino croato, infatti, ha peculiarità differenti dal Prosecco: una decisione, quella dell’Unione europea, pertanto, che ha suscitato non poco scalpore (qui l’articolo).
Sul tema, il senatore leghista Gianpaolo Vallardi (presidente della Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare in Senato), ha sottolineato quanto quello attuale sia “un momento delicato”: sono state infatti presentate dal Governo italiano le memorie difensive, mentre anche le associazioni di categoria hanno trasmesso le proprie osservazioni all’Europa.
“Siamo in attesa delle decisioni da parte della Comunità europea sul non riconoscimento del Prošek“, ha dichiarato Vallardi il quale ha aggiunto che sul Prosecco sono stati fatti dei “grandissimi investimenti” e, di conseguenza, si tratta di un prodotto che, come altri, va difeso perché compone l’identità enogastronomica del territorio.
“Non vogliamo che nessun altro venga a copiarci questa nostra eccellenza del territorio“, ha proseguito il senatore, facendo presente che il rischio di replica della vicenda del Prošek in relazione ad altri prodotti non è poi così lontano, dal momento che la “richiesta del Prošek ha aperto la strada anche ad altri riconoscimenti”.
Secondo Vallardi, “questo non deve accadere”, in quanto è necessaria la difesa dell’identità culinaria del territorio.
Per far comprendere l’entità del problema, il senatore ha citato il caso delle larve della farina e delle cavallette che di recente sono state riconosciute come “cibo per fare snack”.
In tema di territorio, inoltre, Gianpaolo Vallardi ha confermato che anche la flavescenza dorata è un problema tuttora aperto, per il quale è “difficile quantificare i danni reali”.
Si tratta di una malattia che colpisce i vitigni, che è stata bloccata ma non sconfitta definitivamente e per la quale è stata aperta un’indagine conoscitiva in Commissione Agricoltura, come ha spiegato Vallardi, il quale ha aggiunto anche la collaborazione attiva con il centro di ricerca Crea del Cerletti di Conegliano per studiare una soluzione contro questo problema.
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