La comunità di Conegliano questa mattina si è stretta attorno alla famiglia Carpenè, per dare l’ultimo saluto al suo rappresentante più illustre: Etile Carpenè, deceduto all’età di 80 anni.
La cerimonia si è svolta nella chiesa dei Santi Martino e Rosa a Conegliano, alla presenza del sindaco della città, Fabio Chies, accompagnato dal consigliere comunale Mario Luca.
Presente il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, la preside del “Cerletti” Mariagrazia Morgan (con l’Unione ex allievi della Scuola Enologica) e Innocente Nardi.
Tutti uniti nel cordoglio e nella preghiera, con uno sguardo rivolto alla bara di legno chiaro, cosparsa di rose rosse, che ha fatto il suo ingresso in chiesa.
Nel frattempo non sono mancate le condoglianze rivolte alla moglie del defunto, alla figlia Rosanna e alla nipotina.
“Di fronte alla morte è difficile dire una parola, ma ce n’è una che è un raggio di luce ed è la parola di Dio – la premessa dell’omelia pronunciata da padre Sergio Lucchini (che ha celebrato il funerale coadiuvato da padre Sandro Girodo), il quale ha fatto una riflessione su quelle che sono le vere ricchezze della nostra esistenza – La vita è togliere tutto quello che sa di scoria e che copre la bellezza”.
Poi le parole del padre celebrante si sono concentrate sulla figura del defunto: “Ha dedicato la vita alla famiglia, ha sofferto e cercato di coprire le sue sofferenze – ha proseguito – Nella sua azienda ha cercato di essere giusto fino in fondo e di portare pace nei suoi ambienti. Aveva la passione per il modellismo, nel tempo libero, e della fotografia”.
Poi la parola è passata al sindaco Fabio Chies: “Non è facile, in poche parole, ricordare la figura di Etile Carpenè. La storia della sua famiglia è legata al territorio – ha detto il primo cittadino – Etile è stata una persona carismatica e di cultura che ha lasciato il segno. Un imprenditore fermo nelle sue decisioni”.
“Ora, voglio dire alla moglie e alla figlia di essere fiere di quest’uomo e di non sentirsi sole – ha continuato – Uomini come Etile non vengono mai a mancare, ma rimane vivo il loro ricordo”.
“Oggi la città di Conegliano rimane più povera – ha concluso – Alla moglie e alla figlia dico ‘andate avanti’: la sua forza è la forza che rimane in voi“.
Successivamente, un corteo silenzioso ha accompagnato il feretro all’esterno della chiesa.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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