Una 25^ edizione scoppiettante di “Sorsi d’Autore. Percorsi tra gusto e cultura” quella andata in scena ieri sera, venerdì 21 giugno, a Valdobbiadene.
La rassegna di eventi curati da Ville Venete e Fondazione Aida è stata un successo all’ex opificio di Villa Piva grazie alla straordinaria naturalezza comico-umoristica che hanno saputo regalare al numeroso pubblico Neri Marcorè e Dario Vergassola.
Il fresco brio donato dalla frizzante degustazione di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore docg, curata da Ais Veneto, è stata la ciliegina sulla torta che ha reso unica una serata ricca di risate e di applausi insieme a qualche chicca di cultura musicale italiana.
Sono rimasti tutti incantati dall’intervista show di Vergassola a Marcorè, in particolar modo le autorità in prima fila: la principessa Isabella Collalto de Croÿ, presidente dell’Associazione Ville Venete, il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese con l’assessore alla cultura Ilaria Girotto, Giuliano Vantaggi, site manager dell’Associazione per le colline di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Unesco, e Ivo Nardi, vicepresidente del Consorzio di tutela del Conegliano e Valdobbiadene Prosecco Superiore docg.
Marcorè, attore, regista, imitatore, conduttore, musicista, ha suonato e imitato divinamente Fabrizio De André, Francesco Guccini, Angelo Branduardi con la sua cover di “Soldi” di Mahmoud, Fabio Concato, alternando momenti di comicità a profondi doni emotivi.
Un artista a tutto tondo Marcorè, Premio Bindi 2023 alla carriera che molti, in Veneto, nel Bellunese e nel Vittoriese, ringraziano per il film da protagonista in cui la RAI ha raccontato la storia di Papa Albino Luciani, Beato Giovanni Paolo I. Un pontefice che Marcorè ha detto di aver conosciuto a 12 anni ed apprezzato particolarmente per umanità, gentilezza, simpatia e semplicità e che avrebbe potuto fare grandi cose.
Dario Vergassola, dal canto suo, ha fatto divertire il numeroso pubblico dal primo all’ultimo minuto, confessando più volte di essere innamorato del “nostro” Prosecco Superiore (“anche se prima ero astemio”), delle “colline straordinarie immerse in luoghi magnifici” e della sua gente. “Lunga vita a queste sentinelle del posto con grande orgoglio e tanta fatica amano questo magnifico luogo e i cui figli hanno finalmente capito che non devono vergognarsi di fare i contadini”.
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