Conegliano, il Quotidiano del Piave alla scoperta del mondo del modellismo tra passione e dedizione

Ha un nome, Massimo, ed è un appassionato collezionista e modellista di Conegliano che avrebbe bisogno di un’altra infanzia per riuscire a completare tutti i progetti che vorrebbe vedere conclusi: la sua vita è basata sulla dedizione più assoluta a questo mondo, fatto di piccoli e grandi oggetti costruiti nel tanto tempo libero.

La sua pazienza è una delle arti più difficili da padroneggiare, arte che spicca ancora di più in una società dove la tecnologia sembra voler ridurre ai minimi termini qualunque attesa.

Il Quotidiano del Piave è andato a trovarlo per conoscere i segreti del mestiere e per capire di più di questa passione per il dettaglio e le miniature.

Accolti da lui e da Maia, un cocker che ci dice essere la sua aiutante per eccellenza, nonché compagna di ore e ore di lavoro silenzioso: ci si imbatte in un ordinato caos fatto di scatole ingiallite o ancora incellophanate, attrezzi del mestiere, pennelli, lenti di ingrandimento, fogli di istruzioni, modelli conclusi o appena iniziati, aerei, carri armati, navi, soldatini e treni.

Il collezionista spiega con piacere ogni elemento su cui si può posare lo sguardo e pare impossibile che un uomo possa ricordarsi tutti quei nomi, quelle caratteristiche e la storia di ognuno di quegli oggetti costruiti negli anni dalle sue stesse mani. “Se ci nasci”, dice, “ti viene naturale e non puoi più farne a meno”.

È seduto al suo tavolo di lavoro quando inizia a raccontare com’è cominciato tutto: fin da piccolo è stato avvicinato al mondo delle miniature da suo padre e, complice il negozio di modellismo sopra in quale abitava, il mondo di Massimo ha preso forma in maniera definitiva, superando la passione per il calcio o i giochi dei suoi coetanei.

“Ho iniziato con gli aeroplani – spiega – poi mi sono dedicato anche alle navi, che sono molto più impegnative: sono costituite da centinata di pezzi, delicati, da assemblare con una colla particolare e poi da colorare a mano, con pennelli o aerografi”.

Alcuni modelli sono più complessi di altri e per alcuni non ci vogliono mesi bensì anni per completarli: un esempio è una nave da guerra tedesca, la Bismark, che ha richiesto al collezionista ben 6 anni di ricerche e lavoro minuzioso, con oltre seimila pezzi a comporre una riduzione in scala perfettamente funzionante e motorizzata.

Le proporzioni per i modellini come aerei o carri armati sono generalmente in scala 1:72, mentre quelle per le navi sono sicuramente maggiori perché si parla di miniaturizzazioni dove gli oggetti riprodotti sono dalle 300 alle 600 volte più piccole rispetto alla realtà.

Alla lunga si scopre che i problemi a cui vanno incontro i modellisti sono non tanto le difficoltà dei vari progetti ma questioni molto più banali, come il dove sistemare tutte le riproduzioni create nel tempo.

L’uomo racconta che le mostre sono ambienti ideali per scambiare, vendere e comprare materiale e informazioni, ma il problema dello spazio rimane in primo piano e lo risolve con una battuta che spiega perfettamente la questione: “Per un modellista sono sufficienti 2 metri quadrati… dove sistemare la moglie”. È proprio a lei che vanno i suoi ringraziamenti più sinceri, la donna che gli ha permesso di dare spazio a una passione che tende a escludere i “non addetti ai lavori”, supportandolo costantemente.

La realtà dei fatti si sintetizza in due uniche soluzioni possibili: la cessione a qualche museo del settore o la vendita ad altri appassionati, dei singoli modellini o dei diorami, che sono delle vere e proprie ambientazioni in cui collocare le riproduzioni. Si tratta di campi di guerra, di prati o di boschi che danno un contesto più completo al solo elemento ricostruito che, ci tiene a precisare Massimo, non è un giocattolo ma un’autentica riproduzione del reale.

Un modellino, così come lo intende lui, è realizzabile soltanto con tanta dedizione e ancor più documentazione. Non sono sufficienti le indicazioni riportate nelle scatole dei modellini: alcune volte é necessario tornare sui libri per conoscere e riprodurre quel dettaglio che alle mostre fa la differenza.

É un mondo in miniatura che oggi sta perdendo seguaci, ma che ha ancora il potere di affascinare grandi e piccoli, un mondo di cultura, di dettaglio e di silenzio; un mondo piccolo che regala enormi soddisfazioni.

(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it 

Total
0
Shares
Articoli correlati