Monsignor Romano Nardin domenica 31 luglio torna nei luoghi della sua infanzia a Tempio di Ormelle, in cui è nato il 10 settembre 1933, per fare “Na cantada in compagnia” con il Gruppo Anziani del paese. Si ritroveranno alle 17 per intonare canti vecchi di chiesa e di contrada, accompagnati dalla fisarmonica di Alex Zanella.
Oltre all’anziano sacerdote (da 14 anni parroco di Ghirano e Villanova di Prata di Pordenone), nel gruppo dei cantori figurano dei baldi “giovanotti” come Italo Dal Pos (presidente della Società Ciclistica da Metino), Enzo Paladin, Vinicio Cesana, Bruno Baldasso, Giancarlo Lot, Vincenzo Zorzal e la moglie Maria, Armando Nardin cugino del “don” e storico sacrestano di Tempio. Ad abbassare l’età media ci saranno il fisarmonicista Alex e Mirco Feltrin, il cantore più giovane.
L’iniziativa ha come scenario la Chiesa di San Giovanni Battista del Tempio, eretta attorno al 1190 in riva al fiume Lia dai Cavalieri Templari, che tra Piave e Livenza possedevano molti beni.
Dopo la caduta dei Templari, il complesso passò ai Giovanniti degli Ospedalieri di Malta. Monsignor Nardin (che per tutti è sempre il “don”) tra le mura di questo monumento è stato battezzato, ha ricevuto la prima comunione dal parroco don Giovanni Speranza, ha servito messa come chierichetto ed ha giocato tra l’antica loggia (chiamata “loda” in dialetto) e l’ampio sagrato con gli altri ragazzini di Tempio, figli di famiglie contadine ricche di prole e di fede ma non di denari.
I Nardin, mezzadri dei signori Soldi-Cadorin di San Fior, vivevano nella “casa vecia” di via Callate che ancora c’è, anche una parte della famiglia si è trasferita in Friuli e un’altra a Catena di Villorba. Il numeroso nucleo era composto da 49 persone, in cui si univano le famiglie dei fratellastri Lorenzo e Giobatta. Lorenzo Nardin sposò Maria Baccichetto e da lei ebbe 13 figli, Romano era il settimo.
“Vigeva la convinzione che i figli non portano mai miseria”, scrive il prete nel suo memoriale “Condotto dallo Spirito. Ricordi ed esperienze di un sacerdote” edito da “L’Azione”, in cui ripercorre 65 anni di sacerdozio, festeggiati il 29 giugno scorso.
Nella Chiesa dei Templari a poco più di 12 anni monsignor Romano fu “illuminato” dalla vocazione sacerdotale, sospinto dall’incoraggiamento di don Francesco Pin, che negli anni della guerra era il giovane cappellano di Tempio, originario di Gaiarine.
L’ingresso nel Seminario vittoriese risale al 29 ottobre 1945. Papà Lorenzo accompagnò il figlio a bordo di una carretta tirata dal cavallo, con la speranza di non avere fatto un viaggio inutile e affidò alla Vergine Maria il futuro del giovane. Quindici giorni dopo tornò a Ceneda insieme alla moglie Maria, facendosi 25 chilometri in bicicletta di strada in parte non asfaltata, per fare visita al giovane seminarista che mantenne fede alle preghiere paterne.
Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1957 nel Duomo di Conegliano, lo stesso Duomo di cui monsignor Nardin divenne arciprete il 14 dicembe 1991, dopo essere stato cappellano a Colle Umberto (1957 – 1960) e Col San Martino (1960 – 1963).
Erano gli anni dell’episcopato di Albino Luciani (1959 – 1969), carismatica figura a cui don Nardin è particolarmente devoto. Il futuro papa Giovanni Paolo I gli propose di diventare vice rettore del Seminario di Vittorio Veneto. Incarico che il sacerdote ha tenuto per cinque anni fino al 1968, quando ha assunto la direzione, sempre su richiesta dell’allora vescovo Luciani, del Centro Missionario Diocesano.
Dal 19 ottobre 1980 al 14 dicembre 1991 monsignor Nardin è stato arciprete di Susegana, prima di reggere la parrocchia del Duomo e di Costa di Conegliano su proposta del vescovo Ravignani. Poi dal 2007 al 2008 c’è stato il momento della svolta, la scelta di vivere un anno “biblico” a Gerusalemme, per fare una sosta spirituale dopo avere festeggiato 50 anni di sacerdozio.
Poco dopo il suo rientro in Italia, ha trovato ad accoglierlo la nomina a parroco di Ghirano e Villanova di Prata, dove è tutt’ora insediato con l’intenzione di rimanerci a lungo. Con i suoi 89 anni (quasi) d’età e 65 di sacerdozio, monsignor Nardin è il parroco ancora in servizio più anziano della Diocesi di San Tiziano.
Negli ultimi anni ha fatto anche parte del comitato per la canonizzazione del beato Marco d’Aviano, di cui è molto devoto, ed ha seguito con grande attenzione la causa di beatificazione di papa Giovanni Paolo I, che gli ispirò la sua azione missionaria e pastorale.
Il 4 settembre l’anziano prete sarà a San Pietro per assistere alla solenne cerimonia di proclamazione, insieme a 40 parrocchiani che hanno accolto il suo invito, mentre per il 12 agosto sta organizzando una visita nei luoghi bellunesi e della Valcellina legati alla memoria di Albino Luciani.
Intanto oggi pomeriggio insieme con gli amici di Tempio si farà una cantata in compagnia, da “Madonnina del mare” a “Và l’alpin”, anche in ricordo della mamma Maria che riempiva di canti la cucina e a cui dedicherà, con la sua voce di baritono, “Ave Maris Stella”.
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