Ci sono beni artistici e culturali dal valore inestimabile che, senza una cura e un’attenzione particolare, rischiano di non poter essere apprezzati e fruiti in modo adeguato dalle generazioni future.
Tra questi spicca il gioiello artistico, architettonico e spirituale della Basilica di San Marco a Venezia, un vero Patrimonio dell’Umanità che nel tempo è stato messo a dura prova dal fenomeno dell’acqua alta ma anche dall’invasione incontrollata dei turisti.
Dallo scorso 13 agosto c’è un nuovo Consiglio di procuratoria per la Basilica di San Marco, formato da Carlo Alberto Tesserin, Angelo Pagan, Bruno Barel, Marco Zordan, Amerigo Restucci, Gianni Penzo Doria e Paolo Chiaruttini, che ha il compito di pensare alle strategie per valorizzare e difendere questo tesoro della Regione Veneto e del mondo.
L’avvocato e docente universitario Bruno Barel, uno dei nuovi Procuratori della Basilica di San Marco a Venezia, ha voluto illustrare i progetti che interesseranno edificio religioso nei prossimi anni.
“Sono molto grato al Ministro dell’Interno che mi ha nominato d’intesa con il Patriarca di Venezia insieme ad altre sei persone – ha affermato l’avvocato Barel – È un incarico del tutto gratuito che chiede alla Procuratoria di provvedere alla manutenzione della Basilica Cattedrale Patriarcale di San Marco di Venezia. La Procuratoria era la più alta magistratura della Serenissima Repubblica e collaborava con il Doge. L’idea di dare un contributo ad un’attività che dura dal 13esimo secolo, e che è fatta per l’eternità, fa tremare le vene dei polsi perché è una sfida altissima però non si può tirarsi indietro di fronte a questi onori e a queste responsabilità”.
Barel ha voluto mettere in luce l’impegno dei suoi colleghi Procuratori che stanno lavorando alacremente insieme a diversi collaboratori interni ed esterni (circa 70 persone).
“Lo staff complessivo è importante anche se inadeguato – aggiunge – Stiamo cercando dei bravi tecnici, architetti, ingegneri e geometri, da assumere per rinforzare l’ufficio tecnico. Una macchina di questo genere è un cantiere continuo: bisogna programmare per tempo una serie di lavori importanti di manutenzione sui quali non si può sbagliare e che richiedono grande esperienza e professionalità con il supporto di tanti esperti esterni (per esempio nel restauro dei mosaici bizantini)”.
La prima sfida è completare i lavori esterni alla Basilica per evitare che l’acqua alta entri e continui a disgregare i marmi antichi: una barriera esterna di ulteriore supporto al Mose per le maree meno alte ma comunque problematiche per l’edificio religioso.
“Un’altra grande sfida è quella della sostituzione di tutto l’impianto di illuminazione della Basilica – prosegue Barel – Un impianto molto raffinato perché i marmi riflettono la luce: per questo bisogna trovare delle soluzioni moderne che evitino questo riflesso e facciano godere della bellezza dei luoghi senza abbagliare. Allo stesso tempo, la luce di una basilica della cristianità è innanzitutto finalizzata al rito e alla sua funzione di culto. Stiamo per testare il nuovo sistema di luci installato e speriamo che sia adeguato alla sfida e che piaccia a tutti, che sia un segno di rinnovamento gradito”.
“Stiamo per attivare un nuovo sistema di prenotazione online degli accessi in modo da evitare code e disagi ai molti turisti che vorranno visitare la Basilica di San Marco – continua – L’obiettivo è quello di diluire l’entrata nell’edificio religioso, evitando eccessive concentrazioni di persone. È un nuovo sistema modernissimo che dovrebbe agevolare tutti. È stato istituito anche un biglietto di entrata per un piccolo contributo ai visitatori: chi ha esperienza di visite a chiese e musei all’estero sa che è normale. Anzi, forse è uno dei biglietti che si pagano più volentieri perché ti dà l’idea che stai contribuendo effettivamente a salvare quel luogo”.
I sogni non finiscono qui perché si potrà visitare la Basilica di San Marco anche attraverso delle suggestive visite notturne programmate per gruppi ristretti.
“Devo dire che l’emozione di essere praticamente ‘soli’ nella Basilica di San Marco a Venezia in piena notte e di vedere le luci che si accendono – conclude -, uno se la porta a casa in Giappone, in Russia, in Sud America ed ovunque viva perché nella vita ti capita solo lì. Spero tanto che anche i nostri veneti vogliano approfittarne”.
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