Oggi si festeggia l’Unesco. Zaia: “Il Veneto rappresenta il significato dell’istituzione”. Montedoro: “Il rispetto dell’ambiente presupposto di pace e prosperità”

Doppio compleanno, oggi mercoledì, in “casa Unesco”: si ricordano sia il 16 novembre 1945, giorno di costituzione dell’Unesco, sia lo stesso giorno del 1972, data della Convenzione relativa alla tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale approvata dalla conferenza generale dell’agenzia dell’Onu.

“Un patrimonio culturale non è soltanto un’inestimabile eredità da difendere ma soprattutto una testimonianza di come i segni preziosi lasciati dai nostri predecessori ci permettano di trasmettere alle generazioni future quei valori universali su cui si fonda la nostra identità, individuale e collettiva. Dal 16 novembre 1945, giorno della sua fondazione, ad oggi l’Unesco ha saputo dimostrare come identificare, proteggere e tutelare i tesori culturali e naturali di tutto il mondo non sia una semplice mappatura, ma piuttosto un potentissimo strumento di promozione, dialogo interculturale e crescita. Come Regione che conta ben nove luoghi inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale, posso orgogliosamente affermare che il Veneto ben rappresenta il significato di un’istituzione importantissima”.

Queste le parole con cui il presidente del Veneto Luca Zaia vuole ricordare e rendere omaggio alla nascita dell’Unesco, istituzione nata all’indomani della seconda Guerra mondiale con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra gli Stati attraverso l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione. In Veneto sono 9 i luoghi che l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità, segnalati per valori di universalità, unicità e insostituibilità: le Dolomiti, l’Orto Botanico di Padova, Venezia e la sua Laguna, la città di Verona, Vicenza e le ville del Palladio, Padova, le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, i siti palafitticoli e le Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo.

“Ognuno di questi tesori, certificati da un marchio riconosciuto a livello internazionale, costituisce un simbolo di ricchezza inestimabile. Si tratta di veri e propri gioielli custoditi da un territorio che offre infinite opportunità a livello artistico, culturale e paesaggistico – prosegue il presidente –. Ognuno di questi siti è stato il risultato di un lungo lavoro, condiviso e frutto di impegno, che tutela il passato e guarda al futuro. Il patrimonio mondiale è infatti una leva determinante per la ripresa del settore turistico e per la crescita economica del Paese. Per il Veneto i ‘Patrimoni dell’Umanità’ non sono un semplice elenco di bellezze ma anche una potente leva di attrazione per una regione che ha intrapreso un percorso diretto alla valorizzazione del patrimonio storico – culturale nel suo complesso”.

“Non abbiamo tuttavia intenzione di fermarci qui: è di pochi giorni fa infatti il primo, fondamentale, via libera all’iscrizione del ‘Tocatì’ nella lista dei beni patrimonio immateriale dell’Umanità. Dopo l’Arte delle Perle di Vetro, spetta ad un’altra tradizione il compito di sancire l’importanza delle forme intangibili della cultura, radicate nella storia e nel tessuto sociale, come risorse fondamentali di identità e diversità culturale. Esattamente come i siti culturali e naturali, anche il patrimonio immateriale va preservato, tutelato e trasmesso, come parte viva del passato, alle generazioni che verranno. Il Veneto ha un patrimonio immenso: il nostro impegno è quello di continuare a lavorare per una sua valorizzazione internazionale” conclude Zaia.

“Sono passati 50 anni dall’adozione da parte dell’UNESCO della Convenzione sul Patrimonio mondiale. È nella Convenzione che viene definita ufficialmente “Patrimonio mondiale” ogni area iscritta nella “World Heritage list” che rappresenti una particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturalistico – ricorda Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, sito Unesco dal 2019 -. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura è nata dalla consapevolezza, post secondo scontro bellico mondiale, che gli accordi politici ed economici non sono sufficienti per una pace duratura e che la pace va costruita sull’educazione, sulla scienza, sulla cultura e sulla collaborazione tra le nazioni”.

“UNESCO rappresenta un modello sempre attuale di sviluppo e proprio attraverso i nostri straordinari patrimoni culturali, artistici e naturali, ricordiamo che l’Italia è il Paese col maggior numero di Siti UNESCO al mondo (58) ed il Veneto ne vanta ben 9 – continua -. Siamo convinti e consapevoli, perciò, di poter promuovere il dialogo interculturale, l’educazione, il rispetto dell’ambiente come presupposti di pace, prosperità, cooperazione, rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione”.

“Anche le nostre Colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene – chiosa Montedoro – si inseriscono a pieno titolo in questa visione olistica che da sempre guida UNESCO e che noi non tradiremo mai: tutelare il paesaggio supportando politiche in grado di affrontare problematiche sociali, ambientali ed economiche secondo i valori di uno sviluppo sostenibile, oggi condizione imprescindibile per un mondo migliore”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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