Omicidio Ceschin, arrestata la 23enne dominicana: “Voleva rimpatriare”. Si cerca il fidanzato

I Carabinieri hanno arrestato nelle scorse ore, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Treviso, la 23enne dominicana già indagata, in concorso con altre persone, nei procedimenti penali instaurati a seguito dell’omicidio di Margherita Ceschin, la donna di 72 anni di Conegliano trovata priva di vita nella sua abitazione vicino alla chiesa di San Pio X nella serata del 24 giugno 2023.

La giovane, rintracciata a Pavia e sottoposta in forza del provvedimento citato agli arresti domiciliari con l’adozione obbligatoria delle modalità di controllo con braccialetto elettronico, è gravemente indiziata di avere rivestito il ruolo di intermediaria nell’organizzazione dell’omicidio di Margherita Ceschin.

La giovane avrebbe infatti effettuato versamenti di denaro in due distinte occasioni, per l’importo, rispettivamente, di 999 euro (il 2 giugno 2023) e di 899 euro (il 5 luglio 2023) in favore di uno dei presunti esecutori materiali del delitto, suo connazionale, e nei giorni immediatamente precedenti l’omicidio si sarebbe recata alla Stazione ferroviaria di Venezia Mestre proprio per prelevare l’uomo.

Il provvedimento recepisce integralmente le risultanze e i riscontri raccolti nel corso dell’articolata attività investigativa svolta dai Carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica di Treviso.

Il sequestro e la successiva analisi dei dispositivi in uso a tutti gli indagati avrebbero permesso la ricostruzione del ruolo dell’arrestata nel sodalizio criminale. Dalle numerose intercettazioni sarebbe emerso che la straniera non solo era a conoscenza della vicenda e dei ruoli dei vari protagonisti (ideatore ed esecutori materiali), ma fungeva da “mediatrice” nei contatti dei vari soggetti, alcuni dei quali all’estero.

Nelle conversazioni si evincerebbe chiaramente, con riferimento all’omicidio, come le stesse fossero finalizzate a trovare soluzioni per incassare il denaro della “commissione” e alla volontà di sfuggire in ogni modo all’individuazione di esecutori materiali e mandanti da parte degli inquirenti.

E’ stato evidentemente ravvisato dal Gip, come concreto e attuale, il pericolo che la giovane potesse sottrarsi alle indagini, atteso il suo status di cittadina extracomunitaria, ed allontanarsi e rientrare nel suo Paese di origine. Secondo gli inquirenti la donna stava cercando di ottenere negli ultimi tempi, in tutti i modi, un duplicato del proprio passaporto.

Ora all’appello – dopo che tutti gli altri presunti responsabili dell’efferato delitto sono stati individuati e tratti in arresto grazie alle indagini di Carabinieri e Magistratura – rimane solo il fidanzato della donna arrestata, suo connazionale, attivamente ricercato.

(Foto: archivio Qdpnews.it)
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