Dopo le critiche della maggioranza sull’esito dell’assemblea dei soci, le tre cantine cooperative (Cantina Produttori Valdobbiadene, Cantina Colli del Soligo, Cantina di Conegliano e Vittorio Veneto) rispondono cercando di ristabilire la verità dei fatti e stigmatizzare alcuni giudizi o distorsioni delle posizioni e del ruolo delle cantine sociali e dei loro soci viticoltori sulle recenti vicende del Consorzio.
Si legge in una nota stampa: “Le tre cooperative del C.V. hanno aderito alla mozione proposta in assemblea di rinvio del voto per il rinnovo degli organi del Consorzio in conseguenza della nota pec del Direttore Generale del Ministero delle Politiche Agricole pervenuta il 9 aprile che riteneva di procrastinare il termine indicato per la nomina dei componenti gli organi sociali in quanto le interpretazioni dello Statuto comporterebbero un effetto distorsivo della rappresentatività del Consorzio e si creerebbe un contrasto tra le modalità di assegnazione dei seggi e quelle di ripartizione dei voti tra le categorie della filiera”.
“Le affermazioni riportate – continua la nota- non sono di parte ma sono dichiarazioni nell’Organo che vigila sull’operato del consorzio e al quale tutti i Consorzi delle denominazioni d’Italia si rivolgono per decisioni relative a modifiche dei disciplinari di produzione, rese, statuti ecc. Il ministero, quale organo di vigilanza, può disporre il commissariamento qualora non vengano rispettate le sue direttive”.
“Per le cantine Cooperative il voto per il rinnovo degli organi sociali si poteva tenere oltre un anno fa. E’ noto a tutti che le cantine sociali hanno fatto in autonomia un “passo indietro” in merito alle c.d. “pluri- candidature”. Il nodo della questione rimane la rappresentanza dei viticoltori delle Cooperative che secondo la “maggioranza consigliare” non possono essere rappresentati dal Presidente della propria cantina a cui hanno dato delega”.
Ponendo uno sguardo alla votazione si vuole mettere in risalto che i voti delle tre cantine sociali, se sommati, rappresentano il 29-30% dei voti complessivi (considerati anche i voti dei propri viticoltori) e non la maggioranza del Consorzio.
Dichiarazioni sono pervenute anche sul lato dei numeri della denominazione “Le cantine cooperative rappresentano inoltre il 92% dei 1.752 viticoltori soci del Consorzio (circa 1600 soci, risultando quindi determinanti al fine del riconoscimento “erga omnes” del Consorzio). La media di superficie coltivata da ogni socio delle Cantine cooperative è di circa 1,5 ettari. Non sono viticoltori “latifondisti” e più di altri sono occupati nelle c.d. “rive eroiche” poste sulle sommità delle colline in posizioni impervie, svolgendo tutti i lavori a mano con il proprio sudore e fatica (sfalcio, irrorazione, compresa la vendemmia a mano)”.
Infine la nota si chiude con il pensiero espresso dalle cooperative in favore dell’importanza del ruolo di tutti e di un territorio che non deve essere visto come occasione di speculazione ma come opportunità per i visitatori: “Le Cooperative non cercano maggiore visibilità nelle iniziative del consorzio, non lo hanno mai fatto, a differenza di altri. Nessuna categoria deve primeggiare a scapito dell’altra. O si vince tutti insieme o si perde tutto. Non è mai stato in discussione la questione relativa alla fusione tra i vari consorzi del Prosecco.
Quando si parla di “sinergia” con altre denominazioni significa appunto riconoscere le differenze e le peculiarità di ogni denominazione, dei rispettivi valori e potenzialità al fine di mettere assieme risorse per azioni condivise nei vari mercati o per la tutela. Lo scontro non può che portare alla confusione e a sprecare energie”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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