Progetto Caleidos Veneto, tre anni di lavoro a supporto di 350 famiglie e 500 bambini del territorio contro le fragilità educative

Relazione, prevenzione e condivisione sono le parole chiave di Caleidos Veneto, il progetto pilota co-finanziato dall’impresa sociale Con I Bambini che nella Marca trevigiana ha sviluppato azioni per superare le fragilità educative dei bambini 0-6 anni e delle loro famiglie.

Frutto di un’ampia partnership guidata dalla Cooperativa sociale Itaca, Caleidos in tre anni di attività è andato nella direzione del “prendersi cura” delle famiglie, stimolando i genitori ad una partecipazione consapevole e mettendo a sistema un approccio integrato interservizi e multidisciplinare.

Destinatari principali del progetto sono stati i bambini di età compresa tra 0 e 6 anni e quei genitori che si collocano in una fascia indefinita, quelli “sconosciuti” ai servizi del territorio, scomparsi dalle mappe dei servizi educativi e di cittadinanza. Bambini e famiglie che vivono in una zona “grigio chiaro”, bimbi che non sono in carico ai Servizi sociali o specialistici ma che presentano una momentanea fragilità nella crescita o famiglie che vivono una temporanea difficoltà nell’accudimento dei figli.

Rispetto alle famiglie coinvolte, il denominatore comune è la mancanza di una rete parentale ed amicale forte nel territorio e la presenza, sovente, di lavori intermittenti e precari dal punto di vista economico. I genitori non sempre sono assenti fisicamente, spesso non hanno gli strumenti per chiedere aiuto ed essere così supportati.

Nel convegno finale “Caleidos Veneto: buone prassi di trasferibilità. Affrontare la povertà educativa delle famiglie con bambini 0-6 anni”, nell’auditorium del centro culturale Conti Agosti di Mareno di Piave, sono stati presentati interventi, dati ed esperienze a conclusione del progetto che ha avuto durata triennale (2018-2021).

“Il convegno Caleidos viene organizzato in un momento di particolare opportunità, mentre l’Ulss 2 attraverso i piani di zona e i sindaci dei territori stanno riflettendo sul tema della povertà educativa con target 0-6 anni, e sulla necessità di condividere interventi professionali verificabili ed efficaci – afferma il dottor Nicola Michieletto, Coordinatore IAFC dell’azienda sanitaria trevigiana -. Accogliamo con favore gli stimoli che provengono dal progetto Caleidos attraverso il quale, insieme ai Comuni, Fondazione di comunità, istituti scolastici e privato sociale, abbiamo collaborato con un reale lavoro di rete”.

Bambini e famiglie si definiscono in povertà educativa quando si trovano a vivere in una condizione di forte svantaggio economico, culturale o sociale, famiglie le cui esigenze immediate di vita sono focalizzate a garantire la disponibilità dei beni minimi essenziali alla sopravvivenza, senza investimento alcuno dedicato all’educazione e alla crescita attraverso la cultura, lo sport, la lettura, la socialità.

La povertà educativa minorile non è una deprivazione correlata esclusivamente alla sfera socioeconomica. Altri fattori di rischio possono determinarla con effetti sullo sviluppo e il benessere dei bambini. L’assenza di una relazione educativa positiva genitore-figlio può influire sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. È riscontrato come la povertà educativa che colpisce la prima infanzia abbia degli effetti a lungo termine e comporti un maggiore rischio di esclusione sociale.

“Caleidos Veneto ha rappresentato un’occasione per intervenire concretamente sul tema della povertà educativa nel target della prima infanzia, lavorando in stretta connessione con servizi specialistici e territoriali, scuole, agenzie educative e famiglie – spiega Chiara Grando, Coordinatrice di Caleidos Veneto per la Cooperativa sociale Itaca -. L’équipe di lavoro, avvalendosi di molteplici professionalità, ha potuto sostenere le famiglie in fragilità offrendo congiuntamente spazi ed opportunità ai bambini e alle bambine di tutta la comunità”.

I bambini coinvolti sono stati 495, 383 dei quali in maniera stabile; 348 famiglie coinvolte stabilmente; 60 tra operatori specializzati di Itaca, Ulss 2 e Servizi sociali e insegnanti; 6 Comuni tra cui Cappella Maggiore, Colle Umberto, Conegliano, Fregona, San Vendemiano e Sarmede; 9 punti educativi attivati nel territorio; 2 Istituti comprensivi (Grava Conegliano 1 e Cappella Maggiore); 8 scuole d’infanzia paritarie; una casa di riposo e 4 parrocchie.

La tempestività degli interventi è stata una delle caratteristiche principali su cui si è fondato il progetto. Lavorare con i bambini piccoli è importante ed è altrettanto fondamentale agire precocemente. Per questo le maestre impegnate con la prima infanzia hanno bisogno di essere supportate, per intervenire tempestivamente in situazioni di fragilità.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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