Quanti significati può avere la parola “prossimità”? Tanti, ma se la intendiamo come la distanza limite da osservare per l’attività motoria in tempo di coronavirus, nel nostro territorio significa non oltre 400 metri da casa. Correva il giorno di pasquetta quando il governatore del Veneto Luca Zaia annunciò l’arrivo di una nuova ordinanza con le misure da seguire per combattere e contenere il contagio da Covid-19.
Tra le novità, oltre all’obbligo di uscire di casa muniti di mascherina e guanti o gel igienizzante, c’è stata anche l’”abolizione” del termine dei 200 metri, contenuto nell’ordinanza precedente, come distanza massima percorribile dalla propria abitazione per camminare o corricchiare.
Fino al 3 maggio, quindi, in coerenza con il decreto del governo centrale, “l’attività motoria è individuale e deve svolgersi in prossimità della propria abitazione” recita l’ordinanza.
Tanto i cittadini quanto le forze dell’ordine si sono così trovati di fronte a un dubbio: quanto “lunga” è la “prossimità” di cui parlano sia la Regione sia il Governo?
Vista la difficoltà a dare una risposta univoca, il comandante della Polizia locale del coneglianese Claudio Mallamace (nella foto) si è interfacciato con i colleghi di altri comandi della Marca per avere un metro di giudizio il più possibile uniforme nel caso in cui venga controllata una persona che cammina o corre all’aperto. La distanza da casa generalmente “tollerata” dalla Polizia locale non supera i 400 metri, ovvero il doppio del precedente limite imposto dalla Regione.
Dal comando di piazzale San Martino, che ha competenza su cinque Comuni, si fa sapere che potranno essere tollerati scostamenti di pochi metri rispetto a questa distanza, ma che una persona trovata dai Vigili urbani a 500-600 metri da casa senza una valida giustificazione potrà facilmente essere sanzionata.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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