Referendum sui pesticidi congelato, ricorso al Presidente della Repubblica. Il comitato: “Amministrazione non stralci l’iter”

C’è ancora una possibilità per il referendum sui pesticidi: dopo il parere del Ministero dell’Interno che all’inizio del mese sembrava averne segnato il destino, il ricorso al Presidente della Repubblica presentato da alcune associazioni di categoria del territorio potrebbe aver rimesso in gioco la consultazione popolare.

Lo scorso lunedì il comitato referendario ha partecipato alla riunione dei capigruppo del consiglio comunale di Conegliano, convocata dal sindaco Fabio Chies, in cui si è discusso dell’iter e dei costi previsti per il referendum, anche questi da mesi oggetto di dibattito tra maggioranza e opposizione.

AssentI giustificati lo stesso sindaco e il vicesindaco Claudio Toppan, che ha la delega all’ambiente. La mancata partecipazione da parte dei due all’incontro, anche se annunciata, è stata giudicata “pesante” da parte dell’opposizione, visto il delicato argomento trattato.

Dopo il pronunciamento del Viminale sull’ammissibilità del quesito l’amministrazione comunale ha più volte rivendicato la decisione di fermare l’iter referendario, dilatandone così i tempi, scelta questa che, secondo Chies, farebbe risparmiare alla cittadinanza costi per circa 100 mila euro nel caso di inammissibilità del quesito.

La più recente polemica a riguardo ha visto contrapposti il primo cittadino e il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Alberto Ferraresi  (vedi articolo).

Da parte del comitato referendario c’è grande attesa per il parere del Quirinale, che potrebbe riaprire la partita o chiuderla definitivamente. In ogni caso la risposta non sarà ambigua come quella, spiega il presidente del comitato Mario Nicastro, del Viminale: “Il ministero ha detto che il quesito “non sembra ammissibile”, mentre il parere del Quirinale sarà una pietra tombale sulla questione, dirà sì o no in maniera definitiva”.

Da qui la richiesta del comitato, supportata sia da Partito Democratico che da Movimento Cinque Stelle, di fermare l’annullamento in autotutela del referendum, così come sembrava nelle intenzioni dell’amministrazione all’indomani della risposta del Ministero.

Il sindaco Chies considera la questione del referendum un fatto “tecnico non politico”, e fa sapere che la giunta è in attesa del parere dell’ufficio legale del Comune per decidere come procedere.

Nicastro lancia infine una stoccata all’amministrazione: “I garanti si erano espressi favorevolmente sul referendum, il quesito al ministero è stato un escamotage per allungare i tempi. Si tratta di un referendum consultivo, non va a cambiare le leggi, è un peccato che l’amministrazione non si attivi per far esprimere i cittadini su una questione che riguarda la salute di tutti”.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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