La dispersione scolastica, la chiusura in se stessi, i disturbi alimentari, la tutela genitoriale, i disagi emergenti e la gestione degli strumenti digitali, la perdita di motivazione e di interessi: sono soltanto alcune delle problematiche che verranno affrontate in “Verso nuove sinergie educative”, un ciclo di 13 incontri organizzati dai Comuni di Conegliano (dove si svolgeranno sette appuntamenti) e Noventa Padovana (che ne ha programmati altri sei).
A citare tali problematiche è stato Gianbruno Panizzutti, assessore alle Politiche giovanili e alla Pubblica istruzione di Conegliano: “La situazione si è acuita negli ultimi tre anni, ma in realtà abbiamo ricevuto richieste di uno psicologo a scuola già cinque anni fa – ha precisato -. Vogliamo creare una sorta di consapevolezza del problema e dare dei consigli”.
Il calendario di incontri prenderà il via mercoledì 18 gennaio all’auditorium “Dina Orsi” di Parè e proseguirà fino al prossimo 1° giugno, sia in presenza che online.
“Ripartire dall’Amore per curare il malessere dei ragazzi?” è l’interrogativo a cui verrà data risposta proprio il 18 gennaio al Dina Orsi, alla presenza di Pasquale Borsellino (direttore dell’Unità Organizzativa Famiglia, Minori, Giovani e Servizio Civile – Direzione Servizi Sociali della Regione Veneto), Luca Pezzullo (psicologo e presidente dell’Ordine dei Psicologi del Veneto) e Giovanni Mento (docente dell’Università di Padova-Dipartimento di Psicologia Generale).
Il progetto è stato proposto dal Coordinamento Presidenti Consiglio di istituto del Veneto e realizzato nei due Comuni citati, anche se l’auspicio espresso è quello di creare una rete più ampia, per affrontare e riflettere su problematiche che riguardano in generale tutto il territorio nazionale.
Criticità che stanno registrando un costante aumento di casi e una maggiore gravità, man mano che il tempo passa.
Gli incontri sono rivolti a educatori, dirigenti scolastici e genitori (per un totale di 600 scuole venete invitate), con medici e professionisti del settore nel ruolo di relatori. L’obiettivo degli appuntamenti non è prettamente divulgativo, ma l’intento è quello di raccogliere testimonianze di casi particolari e analisi dei dati, per poi poter realizzare interventi e aiuti sul piano pratico.
“L’obiettivo è quello di accendere i riflettori su una situazione sempre più allarmante – ha dichiarato Marco Ruffin, del Coordinamento Presidenti di Consiglio di istituto del Veneto -, che ha radici nei cambiamenti repentini della società. Cambiamenti di fronte ai quali non è più sufficiente un bagaglio educativo di un certo tipo. Le famiglie delegano molto alla scuola che, a sua volta, si chiude a riccio: è prioritario trovare nuove strategie e stimolare la ricerca di soluzioni, facendo rete. Anche gli educatori devono cambiare visione nell’affrontare il problema”.
A riprova della gravità della situazione, Ruffin ha riferito che attualmente sarebbero pieni i reparti di Psichiatria degli ospedali veneti.
“Crediamo sia importante fare tutto quanto possibile per i ragazzi”, ha affermato Barbara Casagrande dell’associazione Ebla, mentre Laura Tonon (sempre del Coordinamento regionale Presidenti di Consiglio di istituto) ha chiarito che quello in atto è un “lavoro di senso”, considerato che determinate dinamiche possono potenzialmente riguardare tutti i ragazzi. Alla luce di ciò, secondo Tonon, è necessario togliere il “velo di disagio-vergogna alle famiglie nel riconoscere un problema”.
Sempre in tema di giovani, domani sabato 14 gennaio alle ore 18 la sala consiliare del municipio accoglierà l’iniziativa “Liberi di esserci”: dopo lo stop forzato di due anni a causa della pandemia, tornerà la classica cerimonia della consegna della Costituzione ai neo diciottenni.
Sarà ospite il giudice costituzionale Luca Antonini, oltre alle associazioni Admo, Aido e Avis. Attesi una settantina di giovanissimi (che hanno aderito all’iniziativa), su un totale di 300 diciottenni della città.
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