Un’occasione importante per diventare una “Comunità accogliente” quella offerta ai cittadini sabato prossimo 15 marzo nell’auditorium del Centro culturale Conti Agosti a Mareno di Piave.
L’incontro, organizzato per ampliare la conoscenza di realtà e progetti per l’intera cittadinanza attivi anche nei territori comunali coinvolti, è stato voluto dalle Amministrazioni Comunali di Santa Lucia di Piave, Mareno di Piave e Vazzola con la collaborazione di Conegliano, capofila di Ambito Territoriale Sociale (ATS), e dell’Ulss 2 Marca trevigiana.
Durante la mattinata, dalle 10 alle 12.30, si potranno ascoltare testimonianze di famiglie che hanno vissuto, in prima persona, l’affido di minori o di adulti. Saranno, inoltre, presentati tre importanti progetti dell’Unità operativa Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori e del Dipartimento Salute Mentale attivi nel territorio dell’Azienda Ulss 2 Marca trevigiana: l’affido familiare di minori; il progetto I.E.S.A. (Inserimento eterofamiliare supportato per adulti); il progetto P.I.P.P.I. (Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione).
La metodologia utilizzata per l’evento “Comunità accogliente” sarà quella del “world cafè”, conversazione strutturata che sfrutta il valore generativo delle conversazioni informali, favorendo così il fluire di idee, la partecipazione e il coinvolgimento dei presenti.
L’evento è a ingresso libero e gratuito, è gradita la prenotazione al link https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScodE3rkpoewskl8dCXo69WEytgjhUP_26UyscxoJnJy3oRTA/viewform?usp=header.
Al fine di permettere a tutti gli adulti con bambini di partecipare liberamente ai momenti di confronto e scambio, durante l’intera mattinata i “piccoli” potranno partecipare al laboratorio creativo gestito dalle educatrici del progetto P.I.P.P.I.
L’affido familiare di minori
Rappresenta uno dei modi più concreti ed efficaci per aiutare un bambino o un ragazzo, la cui famiglia si trova in difficoltà e non riesce a prendersene temporaneamente cura. La famiglia affidataria rappresenta quindi una risorsa e un contesto relazionale arricchente e non istituzionalizzante in quanto contribuisce a crescere ed educare il minore, senza sostituirsi alla sua famiglia d’origine. L’affido di norma è quindi temporaneo e può essere in forma diurna, quando il minore trascorre solo parte della giornata con gli affidatari o in forma residenziale, quando permane stabilmente presso gli affidatari, pur mantenendo rapporti periodici con la famiglia d’origine.
Nel territorio dell’Ulss 2 ci sono bambini e ragazzi che hanno beneficiato di questo supporto, attraverso la possibilità di accoglienza presso famiglie o persone singole affidatarie, conosciute e supportate durante tutte le fasi del progetto di affido, dagli operatori del Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare (CASF), presente presso ogni Consultorio familiare dell’Ulss 2.
L’Inserimento eterofamiliare supportato di adulti (I.E.S.A.)
Un percorso di riabilitazione del Servizio del Dipartimento di Salute Mentale, erogato in cogestione con il Consorzio Restituire ATI Altamira e, in particolare, con il CEIS, che prevede l’accoglienza temporanea di persone adulte con disagio psichico da parte di una famiglia, appositamente selezionata e formata dagli operatori, che svolge una funzione di mediatore affettivo. L’ospite partecipa alla vita quotidiana della famiglia, dalla quale è supportato e stimolato nella cura di sé e nella gestione della propria vita socioaffettiva e lavorativa.
Ogni inserimento è il risultato di un progetto individuale, disegnato sulla base dei bisogni di ciascuna persona e delle caratteristiche della famiglia accogliente; può essere a tempo pieno o parziale e ha una durata variabile, definita di volta in volta nell’accordo formale sottoscritto dalle parti. Uno degli obiettivi di IESA è fornire opportunità di sviluppo delle abilità e delle competenze di ognuno attraverso l’accoglienza in ambiente naturale e supportivo.
L’équipe del DSM che cura i percorsi IESA, composta dall’assistente sociale responsabile del progetto e da psicoterapeuti, supporta la persona e il nucleo familiare attraverso incontri periodici e reperibilità telefonica, favorendo la relazione tra gli attori in campo per il raggiungimento degli obiettivi individuali della persona. La famiglia, per la propria disponibilità, riceve un rimborso spese mensile durante le varie fasi del percorso di accoglienza della persona.
Il Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione (P.I.P.P.I.)
L’ATS di cui il Comune di Conegliano è ente capofila sta seguendo l’implementazione del Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione finanziato con fondi PNRR. Il Programma, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha l’obiettivo di migliorare la qualità dello sviluppo dei bambini, garantendo una più alta qualità educativa e relazionale nel loro ambiente familiare e sociale, contrastando attivamente l’insorgere di situazioni che favoriscono le disuguaglianze sociali e la dispersione scolastica.
Il programma si rivolge a famiglie con minori e prevede più metodiche di intervento: il servizio di educativa domiciliare e territoriale, il partenariato con i Servizi educativi e la scuola, i gruppi con i genitori e i gruppi con i bambini, la vicinanza solidale. A proposito di quest’ultimo intervento, nel Comune di Vazzola è attivo un progetto sperimentale che mira alla costruzione e al rafforzamento di una rete sociale solidale. L’obiettivo è quello di stimolare e sviluppare il senso di comunità cercando di costruire legami solidi e virtuosi tra le persone. L’amministrazione comunale ha condiviso e si è fatta promotrice di questi obiettivi, attivando il progetto: “I pomeriggi con… PIPPI!” mettendo a disposizione gli spazi della biblioteca per l’organizzazione di laboratori e attività rivolte ai bambini e alle loro famiglie. Le attività, gestite da personale educativo, vengono svolte tutti i sabati dalle ore 14:30 alle 16:30 e sono aperte a tutti i bambini e le bambine di Vazzola frequentanti l’ultimo anno della scuola materna o la scuola primaria. I bambini devono essere accompagnati dai genitori, dai nonni o comunque da un adulto di riferimento, questo per facilitare la creazione di relazioni anche tra gli adulti. Nei prossimi mesi saranno proposti incontri informativi su tematiche di interesse legate all’infanzia e all’educazione o attività specifiche legate alla genitorialità, con l’obiettivo di sostenere l’attivazione spontanea e generativa della comunità in modo tale che la rete di relazioni continui e prosperi anche dopo la conclusione del progetto, prevista per maggio.
(Autore: redazione di Qdpnews.it)
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